L'imparzialità non è sempre una virtù. E lo Spazio non sia soltanto business
giovedì 22 luglio 2021

Gentile direttore,
scrivo per confrontare con lei idee e sensazioni che mi sono scaturite all’ascolto delle notizie sul volo spaziale di Jeff Bezos e compagni da parte di alcuni media televisivi inclini a usare un linguaggio entusiasta per l’impresa, sottolineando con le cifre gli importanti risultati raggiunti, quasi si trattasse di una conquista dell’umanità! A mio avviso, invece, si tratta dell’ennesima dimostrazione della prepotenza e arroganza di quella parte del genere umano che dispone di denaro a sufficienza per imporre al resto dell’umanità quello che vuole, ovvero sempre e soltanto arricchirsi. E questo senza tenere in nessun conto il problema dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici le cui disastrose conseguenze sono trasmesse dagli stessi media negli stessi telegiornali (incendi in Russia e Canada, alluvioni nel nord-Europa etc...). E allora mi chiedo se fare informazione è solo una questione di elenchi di numeri e notizie, senza la minima partecipazione o commento, o invece dovrebbe contenere in casi come questo anche un giudizio morale. È giusto e tollerabile che in un momento drammatico per l’umanità, come è quello che stiamo vivendo, ci siano esseri umani che inseguono solo le proprie ambizioni e i loro interessi economici a dispetto del resto dell’umanità? L’informazione non può essere sempre neutrale. Forse, in questi casi, vorrei un’informazione 'parziale': che riportasse, sì, la notizia, ma anche la condannasse 'senza se e senza ma' a difesa della nostra umanità e di quei 'più piccoli e indifesi' di cui parla anche papa Francesco. Grazie

Franco Bergesio Firenze

È vero, gentile amico lettore, l’informazione non può essere sempre neutrale e l’imparzialità assoluta non è in ogni caso una virtù. Infatti, noi le nostre opinioni le mettiamo in campo con chiarezza. Perché esistono e sono riconoscibili il bene e li male, il torto e la ragione, la guerra e la pace, l’avidità e la generosità, l’equità e l’iniquità. E non si può né si deve inventare una qualche 'par condicio' tra un carnefice e la sua vittima. Tuttavia le nostre opinioni cerchiamo di spenderle – e anche per me, questa, è diventata la regola di una ormai lunga vita professionale – con pacatezza (la moderazione dei toni non esclude la forza dei contenuti, anzi) e accanto ai fatti, non sopra di essi, sino a sfigurarli, a renderli irriconoscibili. Detto questo, sulla notizia specifica che mi sottopone – il volo spaziale del ricchissimo patron di Amazon, Jeff Bezos, e in futuro di altri assai danarosi passeggeri paganti – la penso come lei. Lo dimostra il titolo che abbiamo fatto ieri: 'Il turismo dei super-ricchi'. Temo che non rappresenti affatto un passo avanti per l’umanità, ma solo per il business. C’è tutta una letteratura distopica che spinge a ipotizzare scenari inquietanti, ma continuo a sperare che una parte dell’umanità non si stia preparando a emigrare, magari nell’illusione di 'salvare' se stessa, esportando dalla Terra anche le disuguaglianze, le brame di possesso e di conquista solo per sé, le scorie, i rifiuti... Azioni e teorie 'storte' ed egoiste che hanno reso difficile la vita sul (e del) Pianeta Azzurro, questa nostra bellissima «casa comune» che dobbiamo saper usare bene e custodire a dovere. (

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