sabato 5 ottobre 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Caro direttore,
anche questa mattina ho letto «Tragedia, dolore e vergogna» forse trecento vittime! E il mio sdegno aumenta quando leggo ancora bimbi e donne tra gli annegati. Il natante con 500 africani questa volta si è incendiato vicino alla costa al largo di Lampedusa (tanto per cambiare Lampedusa). È ora di dire basta! Ma basta sul serio. Nessuno può dire di non sapere che queste stragi sono ormai troppo frequenti. Che cosa fanno gli Stati dell’Unione europea, l’Onu, le potenze mondiali? Forse si limitano a leggere i giornali. È tempo che si muovano, che studino strategie per combattere le crisi che spingono tanta gente a lasciare il loro Paese. Senza contare che dietro questi "viaggi" c’è senza dubbio un traffico di tantissimo denaro nelle mani e a vantaggio di pochi. Se si aiutano i Paesi di origine di questi migranti con l’intento di migliorare le condizioni di vita, si fa senza dubbio il meglio. Ma nessuno ascolta. Si deve tener bene a mente che l’equilibrio mondiale si regge su quello di ogni singolo Paese. Come credente mi chiedo cosa posso fare io oltre a pregare. Devo farmi sentire, devo urlare che questo modo di agire non va bene, che non basta soccorrere chi arriva! L’angoscia di quei corpi fra le onde, il fuoco distruttore, la vita uccisa ai suoi albori chiedono giustizia. Cosa fanno le Nazioni Unite? Devono prendere come priorità il risanamento del contesto africano, sollevarne l’economia, aiutare i governi in difficoltà e soprattutto portare i valori umani al primo posto. È una vergogna che non ci siamo ancora riusciti.
Chiara Bodrato, La Spezia
 
Caro direttore,
nel 1943 ho cercato di scappare (in Svizzera ma fui respinto), poi ho dovuto nascondermi per evitare la deportazione nella Germania nazionalsocialista. Quindi capisco i profughi dai luoghi di guerra, morte, schiavitù, miseria estrema ai limiti della sopravvivenza. Chi ha avuto esperienze più facili può essere meno sensibile, ma resta il fatto che l’insieme del mondo cosiddetto avanzato guarda dall’altra parte. L’indifferenza sistematica, permanente, non occasionale verso la tragedia dei poveri l’ha scoperta perfino la presidente della Camera. Questa diserzione dalla responsabilità globale è una vergogna come dice il Papa. Come è ancor più vergogna che, mentre la stabilità del Governo è in gioco per mancanza di risorse, la nostra Repubblica la cui Costituzione si ispira alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo (elaborata dopo la tragedia della Guerra mondiale) consideri e paghi l’uccisione dei bambini nascituri passata come intervento sanitario.
Silvio Gh​ielmi, Milano
 
Signor direttore,
come al solito vi vedo fra i primi a piangere lacrime di coccodrillo sulle morti dei clandestini. Li abbiamo obbligati noi a viaggiare sulle barcacce delle mafie islamiche? È colpa nostra se i loro Paesi fanno schifo e sono arretrati anche rispetto all’uomo di Neanderthal? Volete un’accoglienza indiscriminata a spese del popolo italiano. Non volete che vengano pubblicati i "costi" di queste operazioni che forniscono porti di attracco per l’infame commercio dei negrieri; ve ne guardate bene perché a beneficiarne sono le vostre organizzazioni "umanitarie" tipo Caritas che lucrano su questo commercio di carne umana. Non dite che il Papa è andato a Lampedusa a benedire il traffico infame. Vi esprimo tutto il mio disprezzo per la vostra ipocrisia monumentale. Un tempo ero cattolico e pure praticante, ma oggi dopo quello che vi ho visto fare e dire, garantisco che non metterò più piede in chiesa neanche se mi sparano. A non rivederci mai più.
Vittorio Maggi
 
È bello, cari amici, vedere con quanta passione umana e cristiana tanti di voi condividono dolore e sdegno per la tragedia consumatasi nelle acque di Lampedusa e per l’ottusità e le inerzie politiche che l’hanno propiziata. Vi ringrazio di cuore per le vostre parole che si aggiungono alle nostre. Al signor Maggi che dà insolente sfogo a opinioni radicalmente opposte non ho niente da dire per convincerlo del contrario, perché mi pare di capire che ce l’ha con noi anche se legge poco o nulla di ciò che mettiamo in pagina. Mi soffermo solo sul fatto che continua a definire i profughi dal Corno d’Africa e dalla Siria e tutti gli altri migranti irregolari dei "clandestini". Pensi bene a quel che dice, se può. La clandestinità per una persona, ovunque sia nata, può essere una scelta in determinate condizioni, mai una condizione di vita, o addirittura un marchio o uno stato di colpa. Non mi stanco di ripeterlo: nessun essere umano è clandestino sulla faccia della terra degli uomini e delle donne e sotto al cielo di Dio.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI