mercoledì 5 ottobre 2011
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Caro direttore,
pare proprio che i tempi siano maturi per una «nuova generazione di cattolici in politica»! Da cattolico impegnato, oserei dire militante, e soprattutto appassionato al bene comune, mi sento molto provocato da quest’appello. Ma le mie sono buone intenzioni e sogni di uno dei tanti laici impegnati in una delle tante realtà ecclesiali italiane. Mi chiedo: ma questa nuova generazione saprà essere fatta di uomini di speranza? E che cosa significa oggi essere uomini di speranza in politica? Mi lascio aiutare da Romano Guardini e dal suo breviario spirituale che conclude il breve saggio sul "Potere": «Agire con fiducia in libertà di spirito, al di là degli impedimenti interiori ed esteriori, al di sopra dell’egoismo, dell’ignavia, del rispetto umano, della viltà. Non qualcosa di programmatico, ma ciò che di volta in volta è giusto qui e ora: affermare una verità quando è il momento di farlo, anche se provoca contraddizione e risa... Assumere una responsabilità quando la coscienza dice che è doveroso farlo». Si tratta di un piccolo programma di vita che forse nulla ha a che fare con programmi politici, strategie di posizionamento, partiti, forum o risposte concrete per l’oggi. Forse pare anche a una distanza siderale dalla necessità di coniugare «etica sociale ed etica della vita», invocata dai vescovi. Insomma è proprio un altro pianeta! Tuttavia è un programma di vita che potrebbe essere utile nel temprare la nuova generazione di cattolici tanto invocata. Ma viene da dire che questa "generazione nuova" non dovrebbe cercare leader o "federatori" ma farsi portatrice di una reale e concreta istanza di rinnovamento della politica fondata sul valore della partecipazione alla costruzione del bene comune; non dovrebbe accontentarsi di slogan, ma cercare la complessità dei ragionamenti perché complessa è la realtà da affrontare; non dovrebbe "pre-occuparsi" dell’efficacia del risultato della propria azione politica, ma impegnarsi prima di tutto a essere testimone credibile e autorevole di ciò che indica e predica; non dovrebbe ambire ai pulpiti, ma a stare in mezzo alla gente tra piazze e campanili. Insomma una nuova generazione che parta dal basso e dalla quotidianità!
Diego Ruggiero, Airola (Bn)
 
Il suo approccio è suggestivo e coivolgente, caro amico. Aggiungo, però, che "dal basso" si parte e si va lontano solo con riferimenti "alti". L’impegno a coniugare etica sociale ed etica della vita, che ne è fondamento, è e sarà sempre alla base di un agire politico cristianamente ispirato.
Marco Tarquinio
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