In cammino verso Natale pensiamo ai diritti dei bimbi: a tutti e per davvero
sabato 14 dicembre 2019

Caro direttore,
ci stiamo preparando al Natale, alla nascita di Gesù Bambino, di quel Dio che si è fatto piccolo per stare in mezzo a noi: il pensiero va a tutti i bambini che nel mondo soffrono e non hanno un futuro. Spesso noi crediamo che aiutare i bimbi significhi solo aiutare i bimbi dei Paesi poveri e non vediamo ciò che accade nei nostri ricchi Paesi occidentali. Perché parlare di bambini e del loro futuro, che poi è il futuro dell’umanità, significa anche parlare di aborto, di eugenetica, di pedofilia, di utero in affitto... Di diritti dei bambini che spesso sono piegati ai capricci degli adulti che li "usano" per appagare il loro egoismo.
A Oslo, ricevendo il premio Nobel per la pace, Madre Teresa di Calcutta, poi proclamata Santa, disse qualcosa di molto forte: «Io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa. Tante persone sono molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa, dove tanti ne muoiono di malnutrizione, di fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. Perché se una madre può uccidere il proprio bambino, cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me?». A causa dell’aborto milioni di bimbi nascono in Cielo, rifiutati qui sulla Terra. Accoglienza significa anche accogliere un bimbo disabile, ma nel nostro mondo occidentale è ormai prevalente una mentalità di rifiuto. Ce lo ha ricordato papa Francesco nell’ottobre 2017: «... a livello culturale permangono ancora espressioni che ledono la dignità di queste persone per il prevalere di una falsa concezione della vita... È ancora troppo forte nella mentalità comune un atteggiamento di rifiuto di questa condizione, come se essa impedisse di essere felici e di realizzare sé stessi. Lo prova la tendenza eugenetica a sopprimere i nascituri che presentano qualche forma di imperfezione».
Nel ricco mondo occidentale, per citare un altro e diverso esempio, sono diffuse la pedofilia, la pedopornografia, il cosiddetto "turismo sessuale": situazioni drammatiche che vedono i bambini usati come "oggetti". I bambini sono diventati oggetto di desiderio, e si "comprano". Anche con la Gpa (gestazione per altri, cioè l’utero in affitto): negli Usa con circa 100mila dollari – nei Paesi poveri ne bastano (molti) meno – si può "fare" un bambino. Lo si porta alla luce con la fecondazione artificiale, "creando" più embrioni e poi sopprimendo quelli meno vitali e selezionando il "migliore", con tecniche che prevedono pesanti cure ormonali sulla o sulle donne i cui corpi vengono usati (spesso due corpi "pagati": uno per cedere ovuli, l’altro per ospitare l’embrione). Alcune madri hanno raccontato l’esperienza: ripercussioni sulla salute, inganni subiti, sofferenza per l’attaccamento al nascituro, problemi legali. Ecco perché femministe e uomini e donne di coscienza chiedono l’abolizione universale di tale pratica.
Amare i bambini di tutto il mondo significa ribadire che avere dei genitori è un diritto, ma che avere dei figli non lo è mai stato e non deve diventarlo. Altro tema: ai bambini viene negato di avere una mamma o un papà nel momento in cui si rivendica l’adozione omogenitoriale come "diritto" dell’adulto e senza guardare al vero benessere del bambino: si tratta di fenomeni recenti e ancora non esistono studi e statistiche condivise, ma è comunque una "scommessa", un "esperimento", sulla pelle dei piccoli, pur non sapendo quali ripercussioni psicologiche potranno avere nell’adolescenza. Non possiamo poi sottovalutare il fatto che – soprattutto a scuola – stanno prendendo piede proposte educative "gender free", che invece di far crescere i bambini rafforzando la loro identità sessuale, li gettano nella confusione facendo passare l’idea che il genere si scelga. Ricordo il documento della Santa Sede dal titolo: "Maschio e femmina li creò" del 2 febbraio 2019, in cui si evidenzia – pur con lo stile di rispetto, ascolto e dialogo tipico di papa Francesco – come: «Un ulteriore diritto non affatto secondario è quello del bambino "a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva". Ed è proprio all’interno del nucleo familiare che il bambino può essere educato a riconoscere il valore e la bellezzÀa della differenza sessuale, della parità, della reciprocità biologica, funzionale, psicologica e sociale».
Se nei Paesi poveri amare i bambini significa prima di tutto dare speranza, cibo, istruzione, lavoro, sanità, nel mondo occidentale significa combattere queste moderne forme di violenza e di sfruttamento; significa riaffermare e sostenere i diritti dei bambini a nascere (prima di tutto), a essere accolti e amati anche se "imperfetti", a crescere in una famiglia con un papà e una mamma. Solo mettendo al centro la dignità della persona umana, di ogni persona umana, nel Sud come nel Nord del mondo, potremo costruire un mondo migliore. Auguro a tutti un santo Natale di pace e bene.

Marco Calandrino
Bologna


La sua, gentile e caro amico, è un’altra riflessione in forma di lettera che pretende spazio e che consuma quasi tutto quello dedicato a questa rubrica. Non mi dispiace lasciarglielo (ma mi dispiace di aver dovuto limare un po’ le sue lucide e stringenti argomentazioni), e la ringrazio perché lei – alla sua maniera – riassume bene alcune delle cruciali, disarmate ma tenaci battaglie informative e politico-culturali che continuiamo a condurre sulle nostre pagine dalla parte dei bambini, in Italia e in ogni luogo di questo mondo che ci è sempre più «casa comune».
Ci spendiamo spesso in solitudine, e sempre con uno stile – per cui sono grato ai miei colleghi e alla lunga e civile tradizione di "Avvenire", resa già salda da chi mi ha preceduto nella responsabilità di direttore – che unisce la chiarezza al rispetto, la carità verso tutti e un giusto realismo alla scelta prioritaria per i piccoli e per i deboli, per le vittime delle vertigini di potenza e di egoismo in cui purtroppo cadono gli esseri umani quando perdono il senso del limite e non sanno più riconoscere l’unico confine che bisognerebbe saper sempre presidiare, quello tra il bene e il male. Che questi suoi pensieri ci aiutino a camminare verso il Natale di Gesù avendo chiaro il dovere umano che riconosce e presidia i veri diritti dei bambini. Di tutti i bambini.

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