giovedì 9 febbraio 2017
«La Civiltà Cattolica» raggiunge le quattromila uscite e festeggia con un libro la storia della rivista dei gesuiti attraverso il rapporto con i Papi e diversi documenti che costellano i 161 di vita
A destra, il Collegio degli scrittori di Civiltà Cattolica in udienza da Giovanni XXIII

A destra, il Collegio degli scrittori di Civiltà Cattolica in udienza da Giovanni XXIII

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«La Civiltà Cattolica» raggiunge le quattromila uscite e festeggia con un libro - edito dalla Rizzoli - la storia della rivista dei gesuiti attraverso il rapporto con i Papi e diversi documenti che costellano i 161 anni di vita. «Il coraggio e l’audacia. Da Pio IX a Francesco», è il lavoro realizzato a quattro mani da padre Antonio Spadaro, direttore della rivista, e il redattore e storico padre Giovanni Sale. Dai capitoli a loro affidati abbiamo estratto in anteprima alcuni brani che ci permettono di ripercorre le tappe salienti di questo cammino.


«La Civiltà Cattolica », nata il 5 aprile 1850, è una rivista che ha solcato decenni nei quali il significato stesso della comunicazione, oltre alle sue modalità, è mutato. Nel nostro tempo, segnato profondamente dalle reti sociali e dai nuovi media digitali, comunicare significa sempre meno «trasmettere» notizie e sempre più essere testimoni e «condividere» con altri punti di vista e idee. Tra le prime conseguenze vi è la necessità che dalla pagina traspaia con chiarezza un messaggio di condivisione di un’esperienza intellettuale, morale e spirituale. Fare cultura oggi significa assumersi le proprie responsabilità e il proprio compito nella conoscenza: «Quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali». Le tecnologie dell’informazione, contribuendo a creare una rete di connessioni, spingono gli uomini a farsi «testimoni» dei valori sui quali fondano la propria esistenza.


LA CONDIVISIONE DI UNA ESPERIENZA INTELLETTUALE

Ciò che « La Civiltà Cattolica » intende offrire sin dagli inizi ai suoi lettori è proprio questo: la condivisione di un’esperienza intellettuale illuminata dalla fede cristiana e profondamente innestata nella vita culturale, sociale, economica, politica dei nostri giorni. Il suo contributo è serio e qualificato ma non elitario o per «addetti ai lavori». E soprattutto è una rivista che vuole condividere le proprie riflessioni non solamente con il mondo cattolico, ma con ogni uomo impegnato seriamente nel mondo e desideroso di avere fonti di formazione affidabili, capaci di far pensare e di far maturare il giudizio personale. È nel suo codice genetico fare da ponte, interpretando il mondo per la Chiesa e la Chiesa per il mondo, contribuendo a un dialogo aperto, pieno, cordiale, rispettoso. L’identità della nostra testata include dunque non solamente buone analisi e ricerche originali, ma anche prese di posizione che siano in grado di parlare all’intelligenza e al cuore dei lettori, inducendoli a fare delle scelte. L’11 febbraio 2017 viene pubblicato il fascicolo numero 4.000 della rivista, quando appena si è compiuto il centocinquantesimo anniversario del Breve di Pio IX. Il periodico, in questi quattromila fascicoli, ha tenuto ferma la sintonia che i vari Pontefici hanno riconosciuto come «carattere essenziale di questa rivista».

LA NASCITA DELLA RIVISTA

La data di nascita della « Civiltà Cattolica » può essere convenzionalmente fissata il giorno 9 gennaio 1850, quando Pio IX, che in quel tempo risiedeva a Portici, presso Napoli, ordinò d’autorità (durante un’udienza privata concessa all’allora superiore della Compagnia di Gesù, l’olandese Jan Roothaan) che si desse inizio, da parte dei gesuiti italiani, alla pubblicazione di una rivista o di un «giornale popolare», scritto in lingua italiana, che combattesse gli errori moderni e nello stesso tempo difendesse la dottrina cattolica e gli interessi della Santa Sede dagli attacchi dei liberali e dei razionalisti. Il primo fascicolo della « Civiltà Cattolica » fu stampato a Napoli il 6 aprile 1850, in una piccola tipografia ubicata nel cortile di via San Sebastiano. L’articolo di presentazione del padre Curci, intitolato “Il giornalismo moderno ed il nostro programma”, spiegava le finalità che la nuova rivista si proponeva nel campo della stampa cattolica. Il primo quaderno fu stampato in 4200 copie, ma già nell’aprile se ne stamparono seimila. Nel giro di pochi mesi la tiratura arrivò a più di ottomila copie. Il 1° novembre 1850 uscì il primo fascicolo romano della « Civiltà Cattolica ».

IL RAPPORTO CON I PONTEFICI

Papa Pio IX stimava la rivista e i suoi scrittori. In una lettera autografa del 20 ottobre 1852 si congratulava con i padri della rivista per l’attività svolta. Il Breve pontificio Gravissimum supremi, di Pio IX, che il 12 febbraio 1866 eresse e costituì «perpetuamente » il Collegio degli scrittori, di fatto accolse pienamente i suggerimenti del padre Curci. All’inizio del suo pontificato, Leone XIII guardava con un certo sospetto l’orientamento della « Civiltà Cattolica » a motivo del suo palese «intransigentismo» in materia politica, che contrastava con il nuovo indirizzo di dialogo e di prudente apertura nei confronti del governo italiano, appena inaugurato dal nuovo Papa, nella speranza – presto dimostratasi vana – di raggiungere un’intesa sulla Questione romana. I Papi del Novecento ebbero un rapporto molto stretto con « La Civiltà Cattolica », valorizzandone in pieno le potenzialità in ordine alla difesa «della sana dottrina cattolica». Pio X fu certamente il primo Papa a utilizzare la rivista in questo senso, senza riconoscerle alcun carattere di ufficialità. Nel 1910, sessantesimo anniversario della fondazione della rivista, Pio X indirizzò una lettera al Collegio degli scrittori nella quale si lodava la fedeltà per tanti anni dimostrata dalla rivista al Papa e alla Santa Sede.


La rivista dei gesuiti fu, durante tutto il pontificato di Benedetto XV – e ovviamente anche dopo –, lo strumento attraverso il quale il Papa esprimeva il suo pensiero sui problemi di politica ecclesiastica. Basti pensare soltanto al ruolo che essa svolse durante la guerra per sostenere lo sforzo del Papa in favore della pace, per l’assistenza dei prigionieri, dei popoli colpiti dalla carestia e da malattie epidemiche, come la «spagnola». Durante il pontificato di Pio XI «La Civiltà Cattolica » dovette sostenere battaglie molto impegnative a difesa della Santa Sede, e qualche volta rischiò perfino di essere chiusa d’autorità da organi del governo in carica. Durante gli anni del fascismo, Pio XI utilizzò in diverse circostanze la rivista per divulgare, soprattutto in materia politica e sociale, il suo pensiero o per favorire l’organizzazione dei laici cattolici, indicandone i princìpi ispiratori. Del tutto particolare fu il rapporto tra la rivista dei gesuiti e Pio XII, che divenne papa poco prima che scoppiasse la Seconda guerra mondiale. «La Civiltà Cattolica », con grande impegno, appoggiò con i suoi scritti la «battaglia del Papa in favore della pace», commentandone i numerosi radiomessaggi e successivamente le encicliche. La svolta decisiva, nella storia ormai più che centenaria della «Civiltà Cattolica », si ebbe durante il pontificato di Giovanni XXIII e in occasione del Concilio Vaticano II, che smantellò i vecchi schemi dottrinali, culturali e ideologici nei quali la rivista era nata e cresciuta. Dopo i cambiamenti avvenuti in quegli anni, «La Civiltà Cattolica » non sarebbe stata più la stessa. Paolo VI stimava molto il lavoro dei gesuiti della rivista, come dimostrò in diverse circostanze. Memorabile è il discorso che egli fece al Collegio degli scrittori il 14 giugno 1975, in occasione del numero 3000 della rivista. Nonostante i molti impegni per l’Anno Santo in corso, il Papa volle incontrare gli scrittori della « Civiltà Cattolica » nel Palazzo apostolico.

Papa Wojtyla impostò il suo pontificato in un’intensa attività missionaria, espressa anche in innumerevoli viaggi in ogni parte del mondo, ed ebbe perciò meno tempo da dedicare personalmente alla Civiltà Cattolica , pur continuando a manifestare in svariate occasioni il suo apprezzamento per il periodico. Benedetto XVI ricevette il Collegio degli scrittori in udienza il 17 febbraio 2006, ricordando che la missione della rivista è «partecipare al dibattito culturale contemporaneo, sia per proporre, in modo serio e nello stesso tempo divulgativo, le verità della fede cristiana in maniera chiara e insieme fedele al Magistero della Chiesa, sia per difendere senza spirito polemico la verità, talvolta deformata anche attraverso accuse prive di fondamento alla comunità ecclesiale».

IL RAPPORTO CON FRANCESCO

Nell’udienza concessa ai gesuiti della «Civiltà Cattolica» a tre mesi dalla sua elezione, il Pontefice, Francesco riprendendo la missione che i suoi immediati predecessori avevano conferito alla rivista, l’ha rilanciata e arricchita di significato. Il Papa ha così sintetizzato le parole chiave di questa missione: dialogo, discernimento, frontiera. In occasione della pubblicazione del fascicolo 4.000 della rivista, papa Francesco ha fatto giungere alla redazione un biglietto autografo. Con parole essenziali ha confermato ciò che aveva detto tre anni prima, scrivendo: «Auguri a “La Civiltà Cattolica”, rivista unica nel suo genere per il servizio alla Sede Apostolica. Possa continuare ad essere una rivista ponte, di frontiera e di discernimento». La nostra rivista è dunque espressione di una comunità di ricerca, che è aperta al mondo e a contributi di gesuiti dei cinque continenti. E così si apre alla comunità dei lettori con lo stesso spirito che nel 1851 veniva così formulato: «Tra chi scrive e chi legge corre una comunicazione di pensieri e di affetti che tiene molto dell’amicizia, spesso giunge a essere quasi una segreta intimità: soprattutto quando la lealtà da una parte e la fiducia dall’altra vengono a riaffermarla».

IN UDIENZA SPECIALE DA PAPA FRANCESCO

Evento speciale per La Civiltà Cattolica, che festeggia l’uscita – il prossimo 11 febbraio – del suo quaderno numero 4.000. L’evento sarà preceduto il 9 febbraio dall’udienza concessa da papa Francesco al Collegio degli scrittori della rivista dei gesuiti. Non solo: i 161 anni di vita della testata e il loro rapporto con i Pontefici è raccontato nel libro «Il coraggio e l’audacia. Da Pio IX a Francesco» edito da Rizzoli (382 pagine, 18 euro) e scritto da padre Antonio Spadaro, il direttore della testata, e padre Giovanni Sale.

Un libro che ripercorre il cammino compiuto con un’introduzione storica degli autori e la pubblicazione di una serie di documenti (atti ufficiali, discorsi, lettere) che testimoniano il rapporto tra la rivista dei gesuiti e i dodici Papi che si sono succeduti nella sua storia. Il numero 4.000 porta con sè anche altre novità: una veste grafica speciale e la diffusione in altre quattro lingue, che si aggiungono a quella italiana in cui finora era pubblicata la rivista.

E così La Civiltà Cattolica parlerà anche in inglese, francese, spagnolo e coreano. Il numero sarà presentato presso la sede della rivista, sabato 18 febbraio alle 18 con una tavola rotonda alla quale parteciperanno il giudice costituzionale Giuliano Amato, l’onorevole Emma Fattorini, docente di Storia contemporanea alla Sapienza, il professor Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. (E. Le.)




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