Il «lascito» del cattolicesimo politico e quei voti da rispettare ma resi piccoli
mercoledì 29 maggio 2019

Caro direttore,
sono ormai definitivi i risultati elettorali e non posso esimermi dal fare alcune considerazioni sui risultati ottenuti da due Liste di ispirazione cattolica (Popolo della Famiglia e Popolari per l’Italia) che hanno raccolto ridicole percentuali di voti (rispettivamente 0,43% e 0,30%). Mi viene spontaneo chiedermi se erano veramente consapevoli della sostanziale inutilità della loro partecipazione alle elezioni europee dove la soglia di sbarramento del 4% era oggettivamente al di sopra di ogni più fantastica illusione. Non erano Olimpiadi dove è importante anche solo partecipare. Mi chiedo che senso ha manifestare una così evidente irrilevanza mentre altri cattolici hanno scelto di operare faticosamente, ma con impegno, all’interno di partiti che comunque raccolgono un significativo consenso elettorale. “Avvenire” li ha coraggiosamente indicati tutti. C’era solo l’imbarazzo della scelta tra destra, sinistra e pentastellati. Il mettersi in liste autonome mi è sembrato solo un volersi masochisticamente “contare”. Sono anziano elettore che rimpiange l’impegno profuso nella Politica (con la P maiuscola) ai tempi della Democrazia Cristiana. Finito quel periodo ho sempre cercato in ogni tornata elettorale di collocarmi nello schieramento che al- meno in parte più condivideva i miei valori cristiani di riferimento. Quante delusioni! Ma non mi sono mai arroccato su piccole formazioni pseudo confessionali che, nella migliore delle ipotesi, diventavano (come si diceva una volta) gli “utili idioti” di schieramenti più grandi. Grazie dell’attenzione.

Renato Invernizzi Milano

Gentile direttore,
noto con estremo disappunto che nel riportare i dati delle elezioni europee sul nostro giornale è stato “dimenticato” il Popolo della Famiglia, che pure ha ottenuto un numero di consensi superiore a Casa Pound e Forza Nuova. È incredibile questo errore, spero non voluto, nei confronti dell’unico partito di chiara e inequivocabile ispirazione alla Dottrina Sociale della Chiesa, che forse meriterebbe tutt’altra attenzione da parte vostra. Mai come in queste elezioni abbiamo sperimentato il 'fuoco amico': spero che anche questo episodio non vada inserito in tale contesto. Cordiali saluti da un assiduo lettore.

Mario N. Campanella Revello (Cn)

Capisco l’amarezza del signor Invernizzi, e seguo il filo del suo ragionamento. Penso anch'io, e scrivo da anni, che non abbia senso il “frazionismo” che nell’ultimo quarto di secolo, come una malattia via via più grave, ha colpito e continua a umiliare il lascito politico di ben altre formazioni organizzate del cattolicesimo politico italiano. Non penso invece che siano mai “ridicoli” i voti raccolti da qualunque forza e in qualunque percentuale, a maggior ragione se da partiti che si rifanno apertamente alla Dottrina sociale cristiana. Sono voti espressi da miei concittadini e meritano come ogni esercizio di democrazia una considerazione non di maniera, quella che ci ha spinto prima del voto a segnalare liste e persone cristianamente “impegnate”. So che il lettore Invernizzi, che pure ha usato quell’aggettivo, condivide il mio pensiero e non ha alcuna intenzione dispregiativa ma ha inteso dare voce all’accorata consapevolezza di una «irrilevanza» di quei tentativi che si conferma elezione dopo elezione e che non ci sarebbe bisogno di sottolineare ulteriormente... Al signor Campanella, medico e amico, dico che mi dispiace davvero per il suo disappunto. Che anche in questo caso capisco. Ma che non è vero che il Popolo della Famiglia «è stato dimenticato»: nell’articolo riassuntivo dell’esito del voto europeo, pubblicato a pagina 4 di “Avvenire” del 28 maggio, abbiamo dato conto del piccolo risultato ottenuto da quel partito – lo 0,43% – e così nella tabella che abbiamo offerto e aggiornato sino a spoglio ultimato sul nostro sito e che ancora consultabile ( https://www.avvenire.it/attualita/pagine/elezioni- europee-2019-italia ) nella sezione dedicata “Voto Ue”. È vero invece che nelle tabelle confezionate da un Service esterno (L’Ego-Hub) il Pdf non c’è e non ci sono neanche i Popolari per l’Italia che hanno ottenuto consensi ancora minori, appena lo 0,3%. Posso capire, ripeto, il disappunto del dottor Campanella. Provo a rimediare dando spazio alla sua lettera. Lo faccio per la stima che ho per lui e per il suo serio impegno di uomo di scienza e di fede, e per rassicurarlo: a differenza di altri, non abbiamo mai sparato a nessuno e certo non agli amici. Siamo esperti di “fuoco amico” (o presunto tale) per subirlo abbastanza spesso senza replicare mai. E se poi ci fosse stato “fuoco” da aprire sul Pdf, avremmo enfatizzato questo nuovo flop elettorale! Ma, come ho già detto, io ho sincero rispetto per i 114.531 miei concittadini e concittadine che hanno votato per il Pdf così come per gli 80.553 che hanno scelto i Popolari per l’Italia. Piccolo non è il voto di tutti loro, lontanissimo dalla soglia di sbarramento del 4%, ma il canale che hanno trovato per esprimerlo senza poterlo far pesare. Mi auguro che in futuro non sia più così. E che le proposte politiche in campo siano all’altezza, per valori di riferimento e organizzazione, delle attese degli elettori delusi.

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