La Giornata mondiale del rifugiato 2018 celebrata anche quest’anno il 20 giugno ha coinciso con una delle pagine più drammatiche della storia dei flussi migratori verso l’Italia e l’Europa: la vicenda della nave Aquarius, accompagnata da ripetute e offensive frasi pronunciate a livello governativo: «è finita la pacchia», «devono fare le valigie», «non possono decidere loro dove finire la crociera»... Affermazioni aggressive, il cui unico risultato è quello di far crescere rabbia, sentimenti razzisti e malcontento verso le vittime di un sistema che non viene nemmeno nominato, o viene evocato solo in seconda istanza: l’organizzazione criminale, di stampo mafioso, che alimenta il traffico di esseri umani, nuova schiavitù della nostra società. Invece di parlare delle persone in pericolo, costrette ad affrontare un viaggio difficile e a volte mortale, invece di pensare ai loro diritti violati, invece di riflettere sul fatto che in quei barconi, che solcano il Mediterraneo, ci sono padri, madri, figli e figlie, fratelli e sorelle, ci si concentra sugli interessi, i soldi, il possibile consenso politico.
Tutto questo, per di più, avviene proprio in un momento in cui i dati danno delle informazioni chiare e precise. 1) Gli sbarchi di migranti in arrivo dal Nord Africa sono al livello minimo da quattro anni a questa parte. Dal 2014 al 2017, ogni anno sono sbarcati in Italia più di centomila migranti; nei primi cinque mesi del 2018 ne sono arrivati solamente 13mila (-84,20% rispetto al 2017 nel lasso di tempo: 1 gennaio 19 giugno 2018), dice il Ministero dell’Interno. 2) Alla fine del 2017 le persone con una qualche forma di protezione internazionale sono circa 147mila, mentre quelle ancora in attesa e ospitate nelle strutture di accoglienza si può stimarle in circa 180mila (Rapporto della Fondazione Migrantes). A questi dobbiamo aggiungere i circa 600mila stranieri che vivono irregolarmente sul territorio italiano: persone a cui è scaduto il permesso di soggiorno, o a cui è stata respinta la richiesta di asilo, e che continuano a vivere in Italia. Sembrano numeri enormi, ma vanno messi in prospettiva. L’Italia ha 60,5 milioni di abitanti, più o meno. Gli stranieri regolari sono poco più di 5 milioni, cioè l’8%. 3) Nigeria, Tunisia, Eritrea, Sudan sono i principali Paesi di provenienza. Molti migranti sono minori e donne e sono soggetti a maggior rischio di abusi e violenze sia durante il lungo viaggio che una volta arrivati qui.
Nel frattempo, le situazioni dei migranti, in Italia, all’interno di Cas, Sprar, Cara, Cpr peggiorano a vista d’occhio, mentre le condizioni di vita di quanti sono sfruttati sessualmente o da datori di lavoro senza scrupoli sono ormai disumane.
Eppure, senza carità e senza solidarietà umana, si parla quasi solo di repressione e di chiusure. Ma come mai abbiamo perso la memoria di quelle grosse navi che dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale, partivano da Venezia o da Genova con a bordo famiglie intere di italiani, cariche di speranze e di figli, in fuga dalla miseria e dirette verso il sogno di un futuro migliore? Molti di loro si sono inseriti in nuove realtà condividendo capacità specifiche e assumendo nuovi valori. Tra i tanti che sono partiti, anche il papà e i nonni di papa Francesco che si sono trasferiti in Argentina nel 1929.
I flussi migratori non sono un fenomeno odierno, perché da sempre gli esseri umani, per diverse ragioni, hanno sentito il bisogno di muoversi e di mettersi in cammino. Un esempio su tutti, forse il più grande e significativo, è sicuramente quello della stessa Sacra Famiglia di Nazareth, bandita, esiliata, costretta a lasciare la sua terra e a bussare a porte sconosciute per trovare riparo e sicurezza, per salvare la vita al piccolo Gesù che un ricco e potente voleva togliere di mezzo per timore di perdere il proprio potere e le proprie ricchezze. L’immigrazione non è e non deve essere vista soprattutto come un problema, ma come una risorsa, incredibilmente bella e fruttuosa per l’Italia, vecchia e stanca, con una popolazione destinata a diminuire. L’immigrazione è una nuova linfa che rigenera vita e nello stesso tempo può essere una grande ricchezza di valori umani e di forza lavorativa a beneficio non solo dell’Italia, ma di tutta l’Europa e di ogni dove.
Come non indignarci, infine, e sino all'urlo, di fronte al pianto dei bambini strappati ai genitori e rinchiusi nelle gabbie come 'deterrente' per coloro che vogliono emigrare negli Usa nella speranza di poter dare un futuro ai loro figli? È orribile e inumano ciò che sta capitando in quella superpotenza che ha perso la visione di un mondo globale e fraterno. Il grido dei poveri troverà ascolto al cospetto di Dio, mentre a ciascuno di noi sarà chiesto il conto alla fine della vita dei nostri fratelli e sorelle che non abbiamo saputo accogliere. Che possiamo sentirci dire: «Ero forestiero e tu mi hai accolto».
Missionaria della Consolata, presidente di Slaves no more