Il giusto silenzio e il giusto valore del lavoro
domenica 19 agosto 2018

Caro direttore,

ho letto in questi giorni le numerose pagine che “Avvenire” ha dedicato al dramma che ha sconvolto la città di Genova. In particolare mi ha colpito la meditazione poetica “Silenzio” di Ernesto Olivero. Scrive, in un passaggio, il fondatore del Sermig: « ...solo nel silenzio la saggezza può cercare le cause di quanto è successo»? Ieri sera, prima di attraversare in auto il vecchio ponte sul torrente Polcevera, ho spento l’autoradio e ho ricordato che la maestra Ermelinda Vannini, tornata alla casa del padre il 22 maggio del 1999, mi sollecitò più volte con l’esempio a fare il segno della croce davanti all’antica edicola della Madonna posta sul lato a monte, in posizione centrale, del vetusto ponte che unisce la delegazione di San Pier d’Arena a quella di Cornigliano. L’edicola e la balaustra a monte erano costellate da numerosissimi lumini accesi; sullo sfondo si potevano intravedere le luci delle fotoelettriche utilizzate dai vigili del fuoco ancora impegnati alle 23.40 nell’ininterrotta lotta contro il tempo alla ricerca dei dispersi. Ho ricordato una poesia della maestra Ermelinda, nel suo libro “Echi di vita” (Erga Edizioni, 1993): «Il Silenzio di Maria / è tanto! / Il silenzio di Maria / è un manto / che tutta avvolge / la vergine bella. / Le parole di Maria sono pochissime, / ma son diamanti / che l’ornano per l’eternità. / Maria non contesta, / Maria prega, accetta, / tace; col silenzio insegna». Il giorno che questo Paese capirà che un pompiere, un medico o un maestro sono più importanti di un calciatore, quel giorno, solo quel giorno, avremo la possibilità di essere una nazione di successo.

Carlo Chiaravalloti, Genova

Mi appassiono per i grandi fatti di sport e ho avuto modo di conoscere calciatori che sono anche grandi persone. Eppure la penso esattamente come lei, caro amico. E mi rendo conto che la consapevolezza di quanto valga il lavoro che non dà spettacolo di sé, ma rende migliore la vita di tutti, cresce solo se ognuno di noi è capace di riconoscerlo, insegnarlo e testimoniarlo. Chi fa il mio mestiere e chi porta responsabilità politiche e di governo un po’ di più...

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