Il diritto che merita l’Italia dei poveri
domenica 7 gennaio 2018

Non entro nel merito, non sta a me – che economista non sono affatto – dire se l’Italia in questo ultimo anno, abbia goduto o meno di una vera 'ripresa'. Dico solo che i giovani disoccupati della sterminata periferia napoletana, nella quale vivo e opero, ma non solo loro, stentano a trovare lavoro e mettere su famiglia, anche per questo la criminalità non tende a diminuire; che nei vari dormitori disseminati nelle nostre città trovano riparo non tenaci scansafatiche ma tantissimi padri di famiglia che, perduto l’antico lavoro (spesso già precario), pian piano hanno smarrito tutto e son dovuti andare a vivere in quei luoghi di grande solidarietà umana e disagi personali. Dico che l’Italia, che a parole si dice amante della vita, accetta senza muovere un dito la piaga dell’aborto anche quando viene richiesto solo per la paura di mettere al mondo un’altra bocca da sfamare. Dico che le nostre parrocchie sono diventate l’ultimo rifugio dove i poveri trovano un minimo di conforto e di aiuto concreto. È nella parrocchie che, a decine, arrivano sul far della sera mamme che ancora riescono a conservare la casa, ma poco più. Per questa gente la ripresa economica è solo fantasia o, se c’è stata, chissà da quale parte si trova e chi riguarda davvero.

Questa gente, tra pochi giorni, troverà bollette di luce e gas più pesanti. Aumentare indiscriminatamente luce e gas vuol dire, ancora una volta, andare a colpire i più poveri. Luce e gas, infatti, non sono comodità di cui potere fare a meno, non sono lussi che si possono evitare; luce e gas sono vita, vita cui hanno diritto anche le famiglie povere. Come diventa brutta la nostra Italia quando si fa debole con i forti e forte con i deboli. È incredibile vedere come leggi che la stragrande maggiorana degli italiani non ritiene assolutamente necessarie trovino corridoi privilegiati per essere approvate in tempi record e leggi indispensabili per la sopravvivenza restano indietro aspettando la prossima legislatura. Nel bene e nel male, nell’anno 2017 che ci siamo lasciati alle spalle, si sono fatte tante cose, anche in Parlamento.

Si sarebbe potuto fare di più e di meglio? Certamente. Adesso è inutile piangere sul latte versato. Proprio ora, però, che i giorni di festa e di euforia (per tanti, ma non per tutti) stanno finendo, c’è una cosa che occorre chiedere ad alta voce a chi si candida a governare il nostro Paese. Una cosa che le campagne di informazione e di sensibilizzazione di 'Avvenire' in questo inizio di anno stanno mettendo di nuovo e con forza in evidenza: abbiate a cuore la vita nascente e la famiglia, vero porto di salvezza, e il lavoro buono che dà dignità e slancio a giovani e meno giovani. Fatevi portatori e amanti del diritto a vivere, non del presunto diritto a morire. Amate il vostro Paese, e però fate che chi arriva in mezzo a noi col desiderio non di farci male, ma di vivere dignitosamente dando il proprio contributo, si senta davvero a casa sua. Non dimenticate i poveri. I nostri poveri, italiani di vecchia data, e i nuovi poveri, venuti da lontano, non per essere assistiti, ma per essere utili a sé e agli altri. Non permettete che sulla loro schiena affondi ancor di più l’aratro tagliente della diseguaglianza, della discriminazione, della noncuranza, dell’ipocrisia. Datevi da fare per tassare adeguatamente i beni superflui, di lusso, non indispensabili alla vita.

E rendetevi conto che aumentare luce e gas indiscriminatamente vuol dire dare ai poveri un colpo di grazia. In tante regioni, soprattutto del nostro Meridione, stanno crescendo di nuovo furti e rapine. E in certi luoghi vivere è un inferno. La legge uguale per tutti può diventare, e spesso diventa, la prima ingiustizia. Papa Francesco ce lo sta dicendo in mille modi, tanto che qualcuno, anche tra chi si dice seguace di Gesù Cristo, trova eccessive le sue parole: abbiate a cuore gli ultimi. Non vi illudete che cacciandoli dalle zone belle delle città avrete risolto il problema. I poveri ci sono e sovente sono poveri perché la società li ha relegati in quella penosa condizione. Andate loro incontro, date loro una mano, rimetteteli in piedi. O, almeno, non rendetevi complici di chi non si preoccupa di farli scivolare nella miseria nera. Non andate a colpire i beni di prima necessità. Pane, pasta, latte, frutta sono indispensabili per la sopravvivenza, così come indispensabili sono la corrente elettrica e il gas. Andate a cercarle altrove le risorse, i poveri hanno già dato tanto. Da anni, da decenni, da secoli. Che il 2018 sia davvero un buon anno per tutti.

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