I compiti di scuola e famiglia (e non solo per le vacanze)
sabato 18 gennaio 2020

Caro direttore,

vedo che anno dopo anno continua qua e là ad accendersi il dibattito circa i (troppi) compiti per le vacanze e coinvolge sia genitori sia esponenti del mondo della scuola. Senza voler entrare troppo nel merito della questione, ritengo che l’argomento sollevato sia interessante anche perché, a mio parere, dimostra un problema che sta a monte del tema stesso. Mi riferisco al rapporto tra scuola e famiglia che andrebbe meglio focalizzato e sviluppato sulla base di alcuni criteri fondamentali non sempre tenuti presenti. Va ricordato innanzitutto che la titolarità primaria dell’educazione dei figli appartiene ai genitori e che la scuola (sia quella statale sia quella non statale paritaria sia quella privata) interviene in modo sussidiario per la formazione integrale dei ragazzi: «I genitori, poiché hanno trasmesso la vita ai figli, hanno l’obbligo gravissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa» (Dichiarazione Gravissimum educationis n. 3 del Concilio Vaticano II). La scuola è a supporto della famiglia nell’assicurare la pienezza della formazione dei giovani in quanto, «in forza della sua missione, mentre con cura costante matura le facoltà intellettuali, sviluppa la capacità di giudizio, mette a contatto del patrimonio culturale acquistato dalle passate generazioni, promuove il senso dei valori, prepara la vita professionale, genera anche un rapporto di amicizia tra alunni di indole e condizione diversa, disponendo e favorendo la comprensione reciproca» (n. 5). Si tratta, dunque, di costruire un rapporto efficace tra famiglia e scuola, che, nei diversi ruoli, concorrano allo stesso fine di fornire una formazione completa dei giovani per introdurli nella vita sociale rispettando l’indole e la personalità dei singoli individui. Questo rapporto va costruito all’interno della stessa scuola che deve diventare «come un centro, alla cui attività e al cui progresso devono insieme partecipare le famiglie, gli insegnanti, i vari tipi di associazioni a finalità culturali, civiche e religiose, la società civile, tutta la comunità umana » (n. 5).

Il dibattito sui compiti per le vacanze mi sembra abbia evidenziato che questa collaborazione tra la scuola e le famiglie non sia pienamente realizzata neppure attraverso l’istituzione dei consigli di classe. Da una parte è vero che a volte le famiglie delegano alla scuola il loro primario compito educativo, salvo poi prendere acriticamente le difese dei figli e, dall’altra, sembra anche vero che la scuola non tiene sempre conto delle esigenze diverse delle famiglie, specialmente proprio per quanto riguarda i compiti da fare a casa e durante le vacanze.

Sarebbe necessario, a mio avviso, un maggior dialogo preventivo in questa materia e un maggior coordinamento anche tra i docenti onde evitare di caricare le famiglie di impegni che dovrebbero invece essere svolti nella scuola. D’altra parte è ovvio e opportuno che quanto insegnato a scuola non vada perso e venga integrato con compiti da svolgere anche a casa, ma in modo diversificato rispetto a quanto si fa a scuola. Infatti, non tutti i genitori sono in grado di sostituirsi agli insegnanti se i compiti a casa richiedono competenze che solo un insegnante può possedere (specialmente in tempi di così rapido mutamento e progresso scientifico!). Una diversificazione che dovrebbe includere anche un’attenzione alle singole situazioni degli alunni nel senso di permettere ad alcuni di recuperare a casa quello che non hanno terminato a scuola e ad altri di approfondire alcuni loro interessi particolari. Il tutto tenendo conto dei tempi reali in cui avviene la dinamica familiare e il diritto dei ragazzi, a seconda della loro età, a un sano riposo e a un salutare equilibrio psico-fisico.

Proprio per costruire e rinforzare meglio questo rapporto tra la scuola e la famiglia (così come con le altre agenzie educative) papa Francesco ha avvertito la necessità di richiamare tutte le istituzioni educative ad allacciare un’alleanza educativa mediante la sottoscrizione di un 'Patto educativo globale' previsto a Roma il prossimo 14 maggio e a cui ha invitato tutti coloro che si sentono interessati a migliorare l’aiuto che le istituzioni, civili e religiose, offrono ai giovani per una vera formazione integrale. Prima del 14 maggio 2020 si terranno diversi incontri di preparazione sul tema proposto così da sensibilizzare l’opinione pubblica su questa importante questione (cf. www.educationglobalcompact. org). È un’occasione di riflessione e presa di coscienza di come in un mondo così globalizzato sia necessario non disperdere le forze, ma insieme allearsi per raggiungere quella formazione integrale delle nuove generazioni che papa Francesco ha indicato magistralmente nella enciclica Laudato si’ per il bene presente e futuro dell’umanità. Solo in questo contesto più ampio anche lo specifico problema dei compiti a casa può essere compreso e risolto diventando anche occasione di confronto tra insegnanti e famiglie per una reciproca maggiore comprensione per il bene dei giovani loro affidati.

Cardinale, prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica

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