mercoledì 24 dicembre 2008
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Caro Direttore, in questo periodo mi stanno arrivando molti biglietti di auguri e ne cito alcuni. 1) Azienda Italiana tradizionale: « Buon Natale e Felice Anno Nuovo » , in 10 lingue al posto delle quattro ( francese, inglese, spagnolo, tedesco) che usavano fino a 10 anni; inoltre c’è il disegno di un albero di Natale. 2) Azienda italiana meno tradizionale: « Buone Feste » in più lingue. 3) Azienda Usa: « Warmest greetings and best wishes for a wonderful holiday season and a happy new year » . 4) Azienda inglese: « Season’s greetings and best wishes for a happy new year » . 5) Società con sede in un paese di religione islamica: « Dear Mario & Family, May Allah Bless your home with happiness, your heart with devotion, your soul with purity... And I wish these blessings be with you, today and always! Have a blessed » Eid. With best wishes. 6) Conclusioni: almeno i musulmani sono coerenti con la loro tradizione religiosa e citano Allah, mentre in Europa... si preferisce stare nel vago come del resto negli Usa ed anche in Italia. Ci si allinea pensando così di essere moderni ed evitando di citare il cuore delle feste cristiane e cioè il Santo Natale e la tradizione religiosa ad esso collegata! Ma allora evitiamo pure di inviare gli auguri aziendali, spesso anonimi nella sostanza anche se riportano una firma stiracchiata e fatta di malavoglia e spediti come atto dovuto: così eviteremo l’ipocrisia a monte di questo modo freddo di fare gli auguri. Come non si scrive più Buon Natale, non scriviamo più biglietti di auguri ed utilizziamo le e- mail o gli sms dove almeno c’è un qualcosa di personale visto che partono ed arrivano dal nostro telefonino.

Mario Lauro

Sono completamente d’accordo. Lei può immaginarsi la quantità di biglietti e di email augurali che giungono al giornale; impossibile non notare come i messaggi con immagini e testo che richiamano l’evento di Betlemme stiano quasi scomparendo, a parte quelli provenienti dagli amici di più lunga data, da persone e realtà immediatamente riconducibili alla realtà ecclesiale. Ci troviamo così di fronte a testi come quelli che lei riporta con precisione: dai «calorosi auguri per una meravigliosa stagione delle feste e per il nuovo anno» statunitensi, all’asettico: «Auguri di stagione» britannici. Davvero impressionante il confronto col testo dell’azienda araba, personalizzato nell’intestazione e dal ricco messaggio: «Allah benedica la sua casa con la felicità, il suo cuore con la devozione, la sua anima con la purezza... Che queste benedizioni siano con lei oggi e sempre! Sia benedetto. Con i migliori auguri». Che dire: da quest’ultimo cartoncino scaturisce viva l’impressione che chi lo ha inviato abbia realmente a cuore il destinatario e gli comunichi parole sentite, offerte con convinzione e calore, mentre nei testi occidentali, dei quali ciascuno di noi ha numerosissime conferme, traspare la freddezza estenuata di una ricorrenza il cui significato non va oltre l’evidenza sul calendario. Come non sentirsi un po’ corresponsabili di questo affievolimento? Mancano alcune ore prima di tornare ad ascoltare l’invito gioioso della Liturgia: «Rallegriamoci tutti nel Signore, perché è nato nel mondo il Salvatore. Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo» (Messa della Notte di Natale, Antifona di Ingresso). È un tempo che possiamo utilizzare per riguadagnare dentro di noi una consapevolezza più piena del dono che stiamo per ricevere e magari, per dare un timbro diverso agli auguri che rivolgeremo, a voce o anche per email o Sms. Per tutti l’augurio carissimo di un Santo Natale vissuto nella luce della speranza che traversie e sofferenze non possono offuscare. Buon Natale a lei e a ciascuno dei lettori di questa pagina. Con affetto.

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