Giorno del ricordo: perché sofferenze e speranze non vadano perdute
venerdì 10 febbraio 2023

Gentile direttore,
mi faccio largo, quasi vergognosa, tra terribile guerra e devastante terremoto, ma non posso e non devo lasciar passare in silenzio il Giorno del Ricordo. Lo faccio ricordando Lucia (grande amica) la prima nata al Villaggio Giuliano a Vicenza nel 1955 e morta un mese fa. Al suo funerale ho detto: «Che importanza può avere oggi in questa chiesa, durante il suo funerale, questo particolare? Quella volta per le 104 famiglie del Villaggio Giuliano (inaugurato giusto due mesi prima della sua nascita) è stato un grande segnale di speranza per tutti, dopo il campo profughi finalmente una casa. Sia la morte di Lucia un segno di speranza, in tempi così difficili per tutti noi. Fino alla fine Lucia seme di speranza». Ricordo in questo modo tutti i profughi di Fiume, dell'Istria, di Zara, in particolare mamma e papà nati a Fiume. Mi hanno chiamato Mariagrazia perché, dopo tante tribolazioni, sono arrivata come una grazia del cielo. Oggi mi sento più che mai responsabile e devo dare voce affinché l'esodo con tutte le sue conseguenze non venga dimenticato. Da pensionata ho modo di leggere e, dato che l'appetito vien mangiando, divento sempre più avida di sapere, perché nulla vada perduto. Ringrazio, vi auguro buon lavoro e come sempre suggerisco di non buttare il nostro quotidiano, ma di passarlo al vicino.

Mariagrazia Stepancich, Vicenza


Sono ammirato e grato, gentile signora Stepancich, della sua memoria fedele e del modo delicato e sodo con cui la coltiva e non solo in questo Giorno del Ricordo degli eccidi delle foibe e dell’esodo forzato di giulianodalmati, istriani e fiumani. Nessuna sofferenza e nessuna speranza deve andare perduta, nonostante il passare del tempo, perché sappiamo riconoscere e contrastare, a partire da noi stessi, il mostro che torna ad aggirarsi per un’Europa sfregiata da propagande d’odio e di nuovo atrocemente segnata dalla guerra. Le sono grato anche del consiglio finale “a passare il giornale al vicino”, che condivido totalmente. Superata l’emergenza Covid, possiamo tornare a farlo. Chiamiamola “lettura circolare”, moltiplica l’informazione, l’amicizia e il buon vicinato e tiene sveglie le coscienze di fronte agli orrori. Un esercizio che è premessa, e promessa, di pace nonostante le troppe smemoratezze...

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