sabato 25 gennaio 2014
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Caro direttore, detto e fatto. Il 22 gennaio l’Assemblea nazionale francese ha votato l’articolo più controverso che di fatto trasforma l’interruzione di gravidanza in un «diritto». Fino all’altro ieri la legge prevedeva che l’aborto fosse permesso «a tutte le donne incinte che si trovano in una situazione di sofferenza a causa del loro stato». Dopo le modifiche – come 'Avvenire' ha spiegato nelle pagine di 'è vita' del 23 gennaio – l’aborto sarà permesso «a tutte le donne incinte che non vogliono una gravidanza». Il Partito socialista francese ha stabilito che le donne d’Oltralpe hanno la potestà di «disporre come vogliono del loro corpo». È il solito vecchio, e questo sì obsoleto, slogan degli anni 70. Nessun passo avanti. Anzi in questo modo l’aborto diventerà anche totalmente eugenetico perché si potrà fare quel che si vuole. Del povero feto – bambino/bambina – nemmeno l’ombra. Ovviamente la nuova legge va fino in fondo e prevede anche l’introduzione del «reato di intralcio all’aborto». Insomma, chi dirà la verità sull’interruzione di gravidanza rischia fino a due anni di prigione e 30 mila euro di multa.
Gabriele Solia​ni, Reggio Emilia
Già, tira proprio una strana e brutta aria nella nostra libera Europa. Nella quale accadono cose belle e cose molto meno belle, dove echeggia l’esperanto della solidarietà e della convivenza pacifica e, in stridente contrasto, si scandiscono gli slogan e si impongono i codici arroganti dell’individualismo egoista e si calano le camicie di forza modaiole di normative “politicamente corrette” e tristemente anti-umane. In questa Europa si vedono calcolate inerzie e gravi derive: ne sono esempio, caro dottor Soliani, le nuove norme francesi sull’aborto tanto quanto la perdurante babele legislativa continentale in tema di cittadinanza e immigrazione e certe progettate regole liberticide ribattezzate anti­omofobia in Italia. E diventa purtroppo sempre più evidente la forza e persino la protervia dei gruppi di pressione che puntano a tacitare e persino cancellare chi non ha voce (i bimbi non nati e le persone “imperfette”) e chi ha voce flebile e marginale (i profughi e migranti, i senzatetto, i disabili, troppi giovani), ma anche a zittire e denigrare chi la propria voce, con serenità e fermezza, la fa risuonare controcorrente (tanti tra noi cattolici, e non solo tra noi). Almeno quest’ultima tentazione, anzi solo questa, è assolutamente inimmaginabile in un grande Paese come gli Stati Uniti d’America da dove certe grandi campagne di pressione – dall’aborto come “diritto” alla mercificazione della persona umana e all’iperliberismo come “verità rivelata” – partono, ma nel quale nessuno può permettersi di tappare la bocca a quanti civilmente a quelle campagne resistono e scomodamente rilanciano in direzione ostinata e contraria. Comunque, nessuna intimidazione e minacciata sanzione potrà impedirci di continuare a parlare e di denunciare ingiustizie. Vedremo, a occhi bene aperti, di quanta giusta e vera libertà è casa la douce France ed è patria il nostro Bel Paese nell’«Europa dei popoli» che sta strutturandosi e che fu sognata dai grandi cristiani e dai grandi laici che dopo la seconda guerra mondiale ne aprirono con lucido e visionario coraggio il cantiere.
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