Europa unita: è tempo di remare non «contro» ma «per» farla Comunità
sabato 3 giugno 2017

Gentile direttore,

la «competitività» schiaccia-persone che il Santo Padre ha denunciato a Genova, la mia città, ci porterà a imitare il modello cinese. Turni di 18 ore e due giorni di riposo al mese. Le bestie non lavorano in questo modo. Perché chi è piccolo si fa plagiare e plasmare a immagine e somiglianza di chi è grande. Per questo bisogna remare contro la Ue: perché non è l’Europa della dottrina sociale voluta da De Gasperi e Schuman. Quest’Europa ci porterà a sofferenze sociali ancora più gravi, aggiogando gli Stati nazionali con la riforma del bilancio unico. Si ricordi la mentalità del Faraone in Esodo: 1) impedisce di crescere per convenienze e calcoli demografici e politici; 2) favorisce forme di sfruttamento del lavoro, caporalato, durezza; 3) politiche denatalistiche e misure di stato abortiste; 4) è privo del timor di Dio, non gli crede, non lo conosce e perciò neppure ne ascolta la parola; 5) impone il lavoro, negando ogni concessione; 6) anziché togliere i pesi dalle spalle delle persone, li aumenta; 7) taglia i servizi, ma pretende la stessa produttività; 8) disprezza le persone nei loro diritti sociali e vocazionali. Direttore, secondo me il faraone esiste ed è nei vertici Ue. Senza Dio, senza Cristo, senza dottrina sociale, noi lavoriamo contro la persona, non al suo servizio.

Giovanni Traverso

Lei, gentile amico, vede bene i rischi sul cammino attuale dell’Europa. Io pure. Divergiamo in un’intenzione fondamentale. Lei invita a «remare contro» l’Unione Europea, io – da repubblicano che non s’inchina ad alcun faraone – continuo a chiedere di «remare per» riportare la Ue sulla strada della Comunità dei popoli europei e del loro buon diritto comune, «per» farla davvero e politicamente così. Con tutto quel che ne consegue.

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