E la speranza ridiventa cardine della dottrina sociale della Chiesa
sabato 18 gennaio 2020

Papa Francesco aggiunge un nuovo tassello al mosaico della Dottrina sociale della Chiesa e lo fa rimarcando un termine in questo contesto forse sepolto o volutamente non utilizzato: speranza. Il Messaggio per la giornata mondiale della pace 2020 ha per titolo «La pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica». Già nel titolo vengono in luce i caratteri più che concreti della speranza, le vie necessarie perché ridisegni il desiderare non per sé stessi ma per la comunità. La 'speranza' del Papa si esplica in ulteriori termini di comprensione e di azione: memoria, solidarietà, fraternità. Nel messaggio si legge: «Ancor più, la memoria è l’orizzonte della speranza: molte volte nel buio delle guerre e dei conflitti, il ricordo anche di un piccolo gesto di solidarietà ricevuta può ispirare scelte coraggiose e persino eroiche, può rimettere in moto nuove energie».

La speranza è così impegno da perseguire, principio vitale e non consolazione per le disgrazie immancabili, continua tensione verso la comprensione e verso una visione del mondo in continua evoluzione, cogliendo presente e futuro, rispettando il passato. Il blochiano 'principio speranza' ci aiuta ancorandoci al presente e 'obbligandoci' a cogliere 'l’eternità nell’istante', oltre la difficoltà e l’oscurità dell’attimo che stiamo vivendo o abbiamo vissuto, che non rinuncia alla visione escatologica dell’agire del cristiano che continuamente, nella realtà in cui è immerso, si mette alla prova costruendo la vita che verrà.

Speranza può essere, allora, anche sinonimo di studio, di conoscenza, di passione civile, di mobilitazione di animi, persino di «incontro con noi stessi» in un tempo in cui domina una dissociazione esasperata, frutto di un distorto utilizzo delle tecnologie digitali.Speranza, spiega Remo Bodei, è «il senso di noi stessi in una collettività, non un senso solitario». È dialogo fondato sul 'noi', comunicazione aperta alla ricerca di una verità che non mieta vittime, ma sia quanto più possibile aperta e inclusiva.

È il senso di quella amicizia come virtù – come affermava il neotomista napoletano Salvatore Talamo, una delle figure più importanti anche della Dottrina sociale agli albori – che va oltre la reciproca benevolenza per originare veri e propri sentimenti di giustizia. La speranza ci riporta, così, immancabilmente, all’essenza comunitaria della sua costruzione, come desiderio di piena e autentica realizzazione della persona con e attraverso altre persone, fondando una comunità, radicata in una memoria storica, quella che papa Francesco vive con gli hibakusha, i sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.

Per costruire solidarietà e fraternità, elementi essenziali per la pace, la speranza nutrita di questi termini si svela come virtù, una virtù politica, una disposizione «abituale e ferma» a fare il bene, non compiendo semplicemente buone azioni, ma dando il «meglio di sé». La portata di una siffatta speranza la rende probabilmente impronunciabile, ma paradossalmente reale e necessaria da realizzare, soprattutto per chi è senza speranza. I poveri e il creato sfregiato sono l’istanza più potente di una speranza religiosa, politica, sociale, ecologica. Scrive ancora il Papa: «La frattura tra i membri di una società, l’aumento delle disuguaglianze sociali e il rifiuto di usare gli strumenti per uno sviluppo umano integrale mettono in pericolo il perseguimento del bene comune.

Invece il lavoro paziente basato sulla forza della parola e della verità può risvegliare nelle persone la capacità di compassione e di solidarietà creativa».Bisogna perciò avere un disegno chiaro di futuro, costruito su politiche familiari, ecologiche, sociali e del lavoro tali da restituire – soprattutto ai giovani, in chiave intergenerazionale – il senso della responsabilità sul mondo che lasceremo ai nostri figli. Con la speranza, appunto, che rinasca il desiderio di generare vita in una Italia sempre più spopolata e con tassi di denatalità sempre più elevati. La speranza nella vita di ciascuno libera dalle illusioni e argina paura e timore, mentre «guida ad oltrepassare i limiti dei nostri orizzonti ristretti, per puntare sempre a vivere la fraternità universale, come figli dell’unico Padre celeste».

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