Dentro i suoni del silenzio quest'estate in ascolto
domenica 29 agosto 2021

Attimi di solitudine, in questo tempo, in un’Italia semplicemente bella In questo estremo limite d’agosto, dell’estate delle certezze infrante restano, qua e là, i giorni di silenzio: camminati lentamente sui sentieri di montagna; scivolati via con le passeggiate tra paese e paese al mare; passati a potarealberi a pulire siepi. Come immergersi in un mondo altro. Quanto erano lontane le immagini di buona parte di noi presi a pigiare compulsivamente sui cellulari; le polemiche tra vaccinati e no-vax; le solite, incredibili capriole della politica; i giorni del lockdown con i troppi morti, le sirene e la paura; le inutili 'comparsate' di divi e presunti tali su social e giornali inclini al gossip. Così, solo e senza orologio, ho risentito i 'suoni del silenzio'. Le onde del mare a Cogoleto in una bella casa delle suore carmelitane di santa Teresa che, lavorano e pregano con dei sorrisi di serenità trapassante e contagiosa; al colle della Fauniera, sopra Castelmagno e al Colle del mulo dove un monumento a Pantani che vi è passato col Giro d’Italia, lascia intatto il mistero sulla fine del campione.

A Murazzano dove il latte delle capre s’incontra con il cibo 'buono e sano'. Nell’orto di casa a osservare un pomodoro crescere di giorno in giorno. Nei santuari come a Fontanelle di Boves, a Superga, alla Madonna dei fiori di Bra, a Forno di Coazze. È stato bello. Ho capito la ricchezza del silenzio, le scelte del deserto di santi come Charles de Foucauld, il fascino dei monasteri, la forza del tacere, il genio del pensare. E mi sono ritrovato bambino in mezzo a un sogno di mezz’estate. Splende alto il sole. Tutt’intorno i profumi del bosco che t’inseguono, t’assediano, ti inebriano: dolcemente. È così dal tempo dei Romani, c’è sempre quest’angolo incantato. La via sterrata s’inerpica, stancamente. Al di là della collina s’apre lo scenario naturale e irripetibile delle rocche, le montagne rocciose d’Italia. Sono tra le colline della sinistra Tanaro in Piemonte. Terra per una pausa.

E, ogni passeggiata, è un tuffo tra le certezze di ieri e il rigoglioso rinnovarsi della natura. Nell’ombra sovrana, le ricchezze del sottobosco inesplorato: tra le felci e il mirtillo, tra i mughetti e il narciso. C’è l’orchidea e una soffusa atmosfera da sogno. Immersione totale nella Laudato si’ di papa Francesco. Cammino e sento il temporale formarsi: le nuvole fondersi, dividersi, affastellarsi; il vento sembra cattivo e minaccioso, un silenzio e una luce irreali riempiono quest’angolo di mondo. Ecco, le prime gocce e quell’odore di 'polvere bagnata', Gli uccelli cercano riparo come cani, gatti e tutti gli altri animali. E allora che emergono, uno a uno, rumori che non ho sentito per anni: il fragile stormir delle foglie, lo scricchiolio degli alberi, l’acqua scorrere lungo la strada sterrata.

Comincio a capire le lunghe e spesso vacue conversazioni sulle tv in questi due anni di pandemia; rivedo come in un flash-back le ipotesi di governi, presidenti della Repubblica e del Consiglio, maggioranze d’ogni tipo e mi accorgo di quante falsità imbrattano, ogni momento, le nostre vite. Così tanto che alla fine non sappiamo più dove sta il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, i ricchi e i poveri. Certo, sono stati due anni vissuti pericolosamente e chissà per quanto ancora dovremo lottare: non contro chissà cosa che vuole cambiare la geopolitica mondiale, contro la pandemia, contro certe teatralità del sacro ricche di forma e povere di preghiera. Cerchiamo autenticità e verità. E allora, immersi come siamo nel mare delle chiacchiere, di tanto in tanto i 'suoni del silenzio' sono la strada giusta, quella vera: per ascoltarci noi, gli altri, quelli che la pensano diversamente da noi, senza rabbia, senza accanimento, anche quelli che chiedono aiuto, dentro e fuori di noi, dentro e fuori e di casa. Ascoltare è accogliere. Sì, l’ascolto è la via di uscita.

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