Consiglio dantesco a chi non capisce Amoris laetitia
mercoledì 11 aprile 2018

Caro direttore.
ho letto su “Avvenire” di domenica 8 aprile 2018, a pagina 21, informazioni sulla “declaratio” espressa da alcuni prelati e laici circa errori da loro temuti nella interpretazione di Amoris laetitia. Sono consapevole di essere un granello di cenere, ma mi permetto lo stesso di consigliare a questi nostri fratelli una meditata lettura delle spiegazioni di Beatrice nel canto quarto del “Paradiso” di Dante.
Domenico Minuto, Reggio Calabria

Nel canto da lei citato, caro professor Minuto, Dante Alighieri si concentra sull’inadempienza dei voti fatti e sul fatto che le anime possono essere ammesse in diverso modo alla beatitudine eterna. Il suo invito a una meditata lettura da parte degli autori della polemica e sorprendentemente inutile “dichiarazione” su Amoris laetitia di cui abbiamo dato conto domenica scorsa è un consiglio tanto umile nella forma quanto prezioso nella sostanza. Prezioso come il gran pensiero di san Tommaso d’Aquino, tra le salde basi teologiche delle pagine piene di poesia della Divina Commedia così come di quelle, colme di sollecitudine pastorale, dell’Esortazione sull’amore familiare del nostro amato papa Francesco.

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