mercoledì 20 aprile 2011
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«HABEMUS PAPAM» / 1 - «SERVE QUESTA PSICANALISI?»Gentile direttore, domenica 17 aprile a "Che tempo che fa", Fabio Fazio d’improvviso si ricor­da di Avvenire. Dopo aver ignorato per mesi l’appello dal titolo "Fateli parla­re", lanciato dal quotidiano in risposta alla trasmissione "Vieni via con me", il conduttore Rai sceglie di citare il gior­nale cattolico usandolo per promuo­vere il film di Nanni Moretti "Habemus Papam". «Ma lo sa caro Moretti – dice Fazio – che in un editoriale di oggi il giornale dei vescovi invita a boicottare il film?». E Moretti candidamente: «Do­po averlo visto possono boicottarlo…». E giù la claque dello studio contro que­sti cattolici anacronistici e ignoranti. Strano come all’attenta redazione di "Che tempo che fa" questa volta sia sfuggito il fatto che, l’articolo in que­stione, non sia affatto un editoriale ma una lettera al direttore. Strano anche che Fazio non abbia visto la pagina di Avvenire firmata appena due giorni pri­ma da Marina Corradi, quella sì, e­spressione della linea editoriale del giornale. «Habemus Papam – scriveva la Corradi – è un film ben fatto, elegante e con bravi interpreti che può piacere a Cannes. Questa però non è la Chiesa reale ma quella immaginata da Moret­ti, che non considera la presenza reale di Cristo». E infine, caro direttore, per­ché Fazio si è dimenticato di informa­re i telespettatori che, ad autorizzare le riprese del film in piazza S. Pietro, è sta­to Gianfranco Ravasi, guarda caso pro­prio un cardinale? Insomma questa psicoanalisi raccontata nel film serve più alla Chiesa o a chi insiste con que­sto modo di fare tv? Cordialmente.

Roberto Mazzoli, Pesaro

«HABEMUS PAPAM» / 2 - «ANDREBBE VISTO»Gentile direttore, sono andato a vedere il nuovo film di Moretti e non l’ho trovato privo di Dio e derisorio. Trovo, invece, dai miei tren­ta anni buona parte dei quali trascorsi nella collaborazione pastorale, che gli uomini di fede dovrebbero vederlo. Quale amore potrebbe essere messo in crisi – se di vero amore si tratta – da un momento di tribolazione? Il film, al contrario, è un balsamo lenitivo per la nostra Chiesa, è una lezione di fede, di umiltà, di ascolto, di disponibilità, di dialogo. Riuscire a riconoscere la pro­pria vocazione, riuscire a rinunciare ad ambiziose posizioni, esercitare ampia­mente il discernimento verso se stessi e verso gli altri è una delle doti più dif­ficili da mettere in pratica. In un mo­mento nel quale dolorosi scandali han­no portato ad altrettante dolorose de­cisioni numerosi pastori, riscoprire il salmo 133 « Ecce quam bonum et quam iucundum habitare fratres in unum » (Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme), anche attra­verso la collaborazione e il dialogo con un ateo, come è dipinto lo psicanali­sta, con la forza di rimettersi in gioco (la partita di pallavolo) anche in età a­vanzata, tutto per l’amore di Dio e del­la Chiesa, è un inno alla vita e non alla morte. Trovo nel film un grande e leci­to interrogativo, una forte e sincera spe­ranza. Cambia, tutto cambia, è il ritmo di Mercerdes Sosa che si diffonde nei sacri palazzi, e il Papa risponde: «Ma non cambia il mio amore per quanto lontano mi trovi».

Enrico Sartoni

«HABEMUS PAPAM» / 3 - «E UN FILM SU MAOMETTO?»Caro direttore, se Moretti si ritiene un grande artista intellettualmente libero, perché non fa un bel film su Maometto... Sarà una do­manda banale ,ma mi piacerebbe ave­re una pubblica risposta.

Doriano Bendotti

«HABEMUS PAPAM» / 4 - «C’È UN ERRORE DI FONDO»Caro direttore, non andrò certo a vedere il film, perché Moretti sembra ignorare che un cardi­nale accetta, al momento della sua no­mina, il "rischio" di essere eletto Papa. Quindi il film è tutto sbagliato: do­vrebbe avere per protagonista un car­dinale X e non un Papa.

Gian Franco Migone de Amicis, Genova

«HABEMUS PAPAM» / 5 - «PUNTO DI VISTA LEGITTIMO»Gentile direttore, ho letto con molto piacere l’articolo di Marina Corradi sul film di Nanni Mo­retti mentre mi hanno messo disagio le considerazioni contenute nella lettera di Salvatore Izzo. Trovo peraltro curio­so che Izzo metta in guardia da alcuni critici cattolici; mi sfugge il motivo per cui invece ci si debba affidare cieca­mente al suo monito. Forse il suo ap­pello ha più peso e credito delle paro­le espresse da altri in favore o comun­que con più equa distanza rispetto a un film che tutti sappiamo realizzato da un ateo? Da cattolico, e da catechista da ben 15 anni, non ho mai pensato in al­cun modo di censurare a priori qua­lunque tipo di prodotto culturale, pur manifestando il mio personale dissen­so o assenso nei confronti di alcuni co­me di altri, ma anzi spesso decidendo di condividere la visione di un film o la lettura di un libro con i ragazzi che ho avuto il dono e la responsabilità di se­guire in questi anni. Non trovo disdi­cevole che un regista presenti un Papa fragile e profondamente umano; non lo trovo offensivo, forse perché ho a­mato e stimato Papa Giovanni Paolo II capace di comunicare e manifestare tutta la sua sofferenza nel suo ultimo periodo di vita, esattamente come ap­prezzo l’attuale Papa capace di mani­festare la propria sensibilità e timidez­za; ma soprattutto non lo trovo offen­sivo perché non vedo volgarità o mi­stificazione in tutto ciò. Vedo il punto di vista di un ateo rispetto a un even­to (l’elezione al soglio pontifico) che certamente credo abbia in sé implica­zioni, criticità e – perché no? – preoc­cupazioni: da Giovanni XXIII fortuna­tamente abbiamo iniziato a speri­mentare il "volto umano" del Papa.

Fabio Rossi

«HABEMUS PAPAM» / 6 - CRISTO INQUIETA TUTTIGentile direttore, brava, bravissima Marina Corradi che è riuscita a sistemare con eleganza e garbo il narciso Nanni Moretti: il "ses­santottino ateo" che si cimenta con gran successo nella settima arte senza possedere alcuna maestria professio­nale (parlo dei suoi precedenti film; quest’ultimo, non posso ancora giudi­carlo sul piano formale, non avendolo ancora visto). Conosco, tra parenti e a­mici, molti cattolici "in sonno". Le per­sone di cui parlo cercano nel "Codice" di Dan Brown, o nei saggi di Augias e Odifreddi, o nei film anticattolici una scialuppa cui aggrapparsi, un sostegno rassicurante che dica loro: «Le cose che un tempo hai ascoltato dai preti son tutte balle. Vai tranquillo. Cristo, pro­babilmente è esistito, ma era un guru come tanti altri; con debolezze pari a quelle degli altri uomini. Non potrà er­gersi un giorno a tuo giudice! Meno che mai potrà rimproverarti per aver ab­bandonato gli insegnamenti di un cle­ro e di una Chiesa che ha sempre men­tito e dato solo esempi scandalosi». Può darsi che i sibili luciferini plachino per un po’ l’inquietudine di queste anime, ma poi l’angoscia riprende. Cristo in­quieta tutti; non lascia tranquillo nes­suno sino a che non ci si abbandona al suo abbraccio salvifico. Se poi ci si o­stina a non voler sterzare decisamen­te per fare una "conversione a U", al­lora via: a cercare altri romanzi, altri saggi, altri film…

Italo Amitrano

«HABEMUS PAPAM» / 7 - «REGIA LENTA, FARRAGINOSA»Caro direttore, Salvatore Izzo sbaglia quando chiede di boicottare il film di Nanni Moretti "Ha­bemus Papam", non perché non abbia ragione sul concetto che espone, ma semplicemente perché fa un’enorme pubblicità a quel signore. Boicottando il Nanni lo si rende un martire "perse­guitato" dai "papisti". Personalmente "avverso" Moretti esclusivamente dal punto di vista artistico, sia per quanto riguarda la regia, che per la recitazio­ne. La regia (in tutti i film) è tremenda­mente lenta, farraginosa, priva di sprazzi di genialità, noiosa e pedante. Per quanto riguarda la recitazione del Moretti attore, mi sembra semplice­mente "negato". Insomma un generi­co, normale, cinefilo anti-ideologico non può sopportare la proiezione di un suo film per più di cinque minuti. Quei minuti che ti fanno dire: «Voglio pro­prio vedere dove vuole arrivare». Dopo di che ti domandi: «Ma che ci sono ve­nuto affà…». E te ne vai.

Roberto Pepe

«HABEMUS PAPAM» / 8 - «NON NE SENTO IL BISOGNO»Caro direttore, ho intravisto alcuni brani del film di Moretti, "Habemus Papam". Quel po­co mi basta per dire che a prescindere dalle sue intenzioni, è meglio evitare qualsiasi "contributo alla cassa" del fil­mato in questione. A similitudine di quello di qualche tempo fa che tratta­va di Lourdes, queste realizzazioni, che vantano un approccio alle questioni in apparenza obiettivo, portano avanti dei messaggi subdoli e deteriori nei confronti della Chiesa. Si tratta poi di film squallidi e tristi e non ne sento il bisogno.

A. Cereti

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