Cina, oltre ogni distanziamento valorizzare gli interessi comuni
domenica 6 febbraio 2022

i Giochi «Stanno per aprirsi a Pechino i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali. Rivolgo di cuore il mio saluto a tutti i partecipanti. Lo sport, con il suo linguaggio universale, può costruire ponti di amicizia e di solidarietà tra persone e popoli di ogni cultura e religione ». Le Olimpiadi cui si rivolge l’augurio di papa Francesco si svolgono dentro una 'bolla' che li separa da tutto, per motivi di Covid oltre che di sicurezza. La cerimonia inaugurale si è svolta nel famoso Nido d’Uccello, lo stadio della capitale cinese, vuoto di spettatori. È l’immagine emblematica di una Cina che si è praticamente chiusa all’esterno – ma anche molte sue aree interne sono, a turno, blindate – e persino il presidente Xi Jinping non è più uscito dai confini nazionali. Questa chiusura quasi ermetica ha interrotto contatti e rapporti, creando una distanza fisica e umana tra la Cina e il resto del mondo che non c’era da tempi molto tristi e ormai lontani.

Anche i contatti tra Santa Sede e governo cinese risentono di questa distanza, sono diventati più rarefatti, anche se non si sono interrotti. In questa distanza fisica e umana, incomprensioni, fraintendimenti, tensioni si ingigantiscono, aggravando problemi già di per sé di grandi dimensioni. Ma non è un caso se papa Francesco lancia un messaggio di fraternità proprio in questo momento. Il Papa non ignora che i rapporti fra Cina e Occidente vivono un momento di grave difficoltà e non è affatto indifferente agli interrogativi suscitati dalla politica cinese. Ma sa che in questo momento di lontananza anche fisica, incomprensioni e ostilità reciproche possono spingere il mondo verso una strada senza ritorno.

Che la Cina si chiuda in sé stessa non è una novità: è successo molte volte nella storia. Per questo sono così importanti i momenti in cui invece è prevalsa l’apertura. Proprio cinquanta anni fa, nel febbraio 1972, giungeva a Pechino Richard Nixon: quella visita inattesa, dopo decenni di uno scontro asprissimo, sorprese il mondo. Anche gli alleati degli Stati Uniti furono tenuti all’oscuro. La Cina, in piena rivoluzione culturale, appariva preda della violenza, ripiegata in sé stessa e refrattaria a ogni ragionevolezza: qualunque dialogo sembrava impossibile. Eppure l’incontro ci fu e ha cambiato il corso della storia. Le due parti avevano un obiettivo immediato, contenere la minaccia sovietica. Ma l’importanza e le conseguenze dell’incontro andarono molto oltre: due mondi ostili l’uno verso l’altro cominciarono a parlarsi. Lo capì molto bene Henri Kissinger, che svolse una pazientissima opera di preparazione insieme al primo ministro cinese Zhou Enlai, dedicò grande attenzione alla cultura e alla mentalità dei suoi interlocutori, studiò persino il popolare gioco cinese del weqi in cui non si vince mettendo il re sotto scacco, ma prevalendo complessivamente sull’avversario… Più importante dell’accordo anti-sovietico fu per Nixon e Kissinger l’emozione di trovarsi in un mondo così complesso e sconosciuto e di essere protagonisti di un evento storico: l’incontro fra due civiltà millenarie.

Un incontro di questo genere richiede molte energie e ben più di cinquant’anni. Invece è stato abbandonato presto, dopo pochi decenni… Oggi prevalgono da ambo le parti le immagini stereotipate e i pregiudizi ostili, non c’è desiderio di conoscenza reciproca e gli studiosi che in Occidente cercano di capire la Cina e quelli che in Cina cercando di capire l’Occidente vengono guardati con sospetto e ostacolati. In realtà, anche oggi non mancano possibili punti di contatto: la questione dell’ambiente, ad esempio, è ben più importante dell’obiettivo di un accordo per contenere un nemico comune come nel 1972.

Ma occorre la volontà di valorizzare gli interessi comuni per un incontro più ampio e più profondo, quello appunto fra due civiltà. La chiusura della Cina verso l’esterno, oggi percepita anche fisicamente da chi segue i Giochi Olimpici, non conviene a nessuno. Per questo l’augurio di papa Francesco è assai più realistico di molti progetti di decoupling, di separazione cioè tra Occidente e Cina in campo economico o culturale, e assai più lungimirante di tante grida di guerra.

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