venerdì 26 giugno 2015
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Mi piace davvero, l’Instrumentum Laboris per il Sinodo di ottobre 2015 presentato in questi giorni. Soprattutto perché si nota un attento e puntuale lavoro di avvicinamento alla realtà, operato sui Lineamenta conclusivi del Sinodo 2014, attraverso una precisa e competente lettura dei questionari raccolti. Il testo è chiarissimo: alle parti in corsivo, che erano comprese nel testo precedente, sono stati aggiunti ulteriori paragrafi, che danno davvero concretezza di vita quotidiana al testo. È una lettura da consigliare a tutti coloro che vogliono farsi un’idea veritiera dei temi del Sinodo, e che non si fidano delle riduzioni ideologiche che troppi media ci propinano.  Così si capirebbe, per esempio, che non tutto si limita alla questione dell’Eucarestia ai separati e divorziati, oppure alla modalità con cui relazionarsi con le persone omosessuali. Temi anch’essi approfonditi, ma all’interno di una ben più grande sfida culturale ed ecclesiale. Diventa invece molto più chiaro, dal nuovo Instrumentum Laboris, che i Padri sinodali si dovranno occupare di concrete questioni e circostanze della vita familiare: il dolore del lutto in famiglia, la fatica della presenza di persone disabili, la difficoltà di vivere da genitore solo... insomma, il Sinodo si sta riempiendo della vita quotidiana di ogni famiglia, e testimonia da subito quella prossimità che ogni famiglia vorrebbe sentire dalla Chiesa, madre, maestra, ma anche compagna di viaggio, nelle alterne vicende della vita.  Mi piace anche perché emerge meglio, nel nuovo testo, la bellezza della famiglia, il suo essere una Buona Notizia per l’uomo, valore che diventa immediatamente anche una responsabilità. Le famiglie sono per prime chiamate a testimoniare la propria bellezza, diventando così generatrici di vita buona, costruttrici di pace, di legami buoni, di accoglienza (altra parola sottolineata in modo più forte). In una parola, la famiglia come un soggetto attivo, responsabile, protagonista e costruttore della vita della Chiesa e della società civile, della 'città degli uomini'.  Dà inoltre grande conforto proprio all’associazionismo familiare trovare diversi paragrafi aggiuntivi che dettagliano il grande compito di impegno sociale e politico che è chiesto alle famiglie cristiane, forse un po’ trascurato nei documenti precedenti e nelle giornate sinodali del 2014. Per questo mi piace molto l’effetto di rinforzo, su questa tema, che l’Instrumentum Laboris opera con grande chiarezza. Riprendendo i Lineamenta si afferma infatti che «va sviluppato e sostenuto il dialogo e una cooperazione con le strutture sociali, e vanno incoraggiati e sostenuti i laici che si impegnano, come cristiani, in ambito culturale e socio-politico» (n. 90, ex n. 38), ma l’Instrumentum Laboris va oltre, e aggiunge che «la famiglia deve riscoprire la sua vocazione a sostegno del vivere sociale in tutti i suoi aspetti. È indispensabile che le famiglie, attraverso il loro aggregarsi, trovino le modalità per interagire con le istituzioni politiche, economiche e culturali, al fine di edificare una società più giusta» (n. 91).  Un compito grande, di rappresentanza e testimonianza del valore famiglia nella società, che dovrà quindi irrompere con forza nei lavori dei Padri Sinodali, il prossimo ottobre, nella consapevolezza che «le associazioni familiari e i movimenti cattolici dovrebbero lavorare in modo congiunto, al fine di portare all’attenzione delle istituzioni sociali e politiche le reali istanze della famiglia e di denunciare quelle pratiche che ne compromettono la stabilità» (n. 91). Questo è il motivo per cui è nato il Forum, questo è il lavoro che stiamo facendo da oltre vent’anni, questo è quanto continueremo a fare, attendendo dal grande appuntamento ecclesiale del Sinodo una rinnovata responsabilità. * Presidente del Forum delle associazioni familiari
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