lunedì 10 marzo 2014
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Venti Stati americani permettono già l’uso medico della marijuana, e nel 2014 altri 15 potrebbero legalizzare la cannabis per scopi terapeutici. Ma c’è una radicale differenza fra la California e il Colorado, pionieri della liberalizzazione, e Stati come la Florida, dove il via libera è atteso quest’anno: qui si assiste a un’accelerazione dei tempi e a una riduzione dei limiti della legalizzazione. In California ci vollero cinque anni per arrivare al referendum del 1996 che legalizzò la marijuana per esclusivo uso medico. In Florida, in questi giorni, non ci si chiede tanto se legalizzare, quanto fino a che punto: all’attenzione del Parlamento statale vi sono disegni di legge che variano dall’autorizzare il consumo della cannabis presso consultori medici al permesso di libera vendita a tutti i maggiorenni. Il Distretto di Columbia, che comprende la capitale Washington e dove 4 anni fa la cannabis è stata introdotta nei consultori medici, ha appena depenalizzato il possesso di marijuana per uso personale. E in New Hampshire, che da un anno ha aperto all’utilizzo terapeutico della droga, i pazienti saranno presto autorizzati a coltivare la cannabis per il proprio consumo. Negli Stati di Washington e del Colorado è legale la marijuana ricreativa: in entrambi la legislazione è passata attraverso la fase della luce verde alle prescrizioni sanitarie.Sono gli stessi medici che difendono i vantaggi terapeutici della marijuana ad aver notato che eliminare lo stigma della sostanza proibita dalla cannabis ha provocato un rilassamento dei limiti al consumo. Questa stessa settimana negli Stati Uniti è andato in onda il primo spot televisivo pro cannabis. L’ha prodotto una società chiamata MarijuanaDoctors, che rappresenta una rete di medici e ha in programma di trasmetterlo 800 volte nelle prossime due settimane, ripetendo il messaggio che per chi ne ha bisogno la cannabis dovrebbe essere «semplice, confidenziale e sicura». Ma la stessa società ha riserve sul passaggio della marijuana a prodotto di consumo. «Vogliamo che rimanga una sostanza prescritta da professionisti sanitari e che il suo uso sia limitato e regolato in base alla ricerca scientifica», dice John Nicolazzo, amministratore delegato di MarijuanaDoctors, che ha limitato lo spot alla tarda sera, nel timore che «gli adolescenti pensino che sia una sostanza senza effetti collaterali».
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