Quelle frustate all'allieva pilota e il “nonnismo” da stroncare
domenica 13 dicembre 2020

Ma i marines vengono addestrati e preparati ancora con i sistemi del sergente maggiore Hartman, descritti in "Full Metal Jacket"? I marines sono soppiantati, come corpo d’élite delle forze americane, dai Seals, e i Seals sono addestrati più duramente dei marines, perché vengono poi impiegati in missioni più dure e più pericolose, che richiedono più audacia, più forza, più sprezzo del pericolo.

Il punto più critico di questo addestramento militare sta nel fatto che gli uomini trasformati in killer per l’esercito, la marina o l’aeronautica poi, se vogliono uscire dalla vita militare e tornare nella vita civile, non riescono più a tornare com’erano, pacifici e borghesi. Qualcosa in loro si è alterato per sempre. I marines in congedo si sono inventati un motto, semplice e spaventoso, per indicare questa irreversibilità della loro educazione, e il motto dice: «Una volta marine, per sempre marine». Non so cosa succeda nell’esercito americano, quel che so me l’hanno raccontato i film, e aspetto nuovi film per saperne di nuove.

Tutto il primo tempo di "Full Metal Jacket" può dirsi un ininterrotto e violento atto di nonnismo. Il sergente maggiore Hartman vuol farsi odiare, perché dice: «Più mi odierete e più imparerete». Il perfetto soldato vien forgiato con i soprusi. Deve sopportare. Deve imparare che la sopportazione dei soprusi lo rende violento, e il violento è più del forte. Il film di Kubrick termina con il manipolo di marines che ammazzano una ragazza vietnamita che difende il suo villaggio, e commessa questa uccisione intonano il canto di "Topolino", spensierato e innocente.

Noi in Italia (e aggiungo: per fortuna) abbiano corpi d’élite, ma non abbiamo nessun corpo speciale tenuto pronto e forgiato alla stessa maniera dei marines. Abbiamo però atti di violenza e di sopruso sulle reclute, atti di nonnismo, e mi stupisco molto che non riusciamo a stroncarli e a farla finita.

In questo momento esplode il caso dell’allieva ufficiale dell’Aeronautica Militare, Giulia Schiff, che è stata sottoposta dagli "anziani" ad atti di persecuzione, fino a ricevere circa cento frustate, è riuscita a filmare in un video il trattamento cui la sottoponevano, ottenendo però la bocciatura nel corso di addestramento e perfino l’allontanamento dalla scuola, con i commenti: «Non ce la fa», «Non è adatta», «Non è un posto per lei». Soltanto ieri, dopo mesi di lotta, è arrivata la notizia che 8 sergenti che la sottoponevano alle vessazioni sono mandati a processo, e il processo si svolgerà presto, a marzo. Lo seguirò meglio che potrò. M’interessa.

Ho un ricordo amaro e sgradevole del nonnismo sotto le armi, l’ho sempre trovato stupido e vergognoso, e non posso credere che gli ufficiali non riescano a soffocarlo. Potrebbero, e facilmente. Per esempio: scrivendo "nonnista" sul libretto di merito di color che sono trovati colpevoli, e facendo pesare quella qualifica quando si tratta di promozioni. Questa allieva dell’Aeronautica, giovane e appena arrivata, gli "anziani" si divertivano a palleggiarsela tenendola per le mani e per i piedi, a pancia in giù, e poi a scagliarla in piscina. La ragazza-recluta strillava di spavento. I sergenti-anziani si eccitavano di più. La picchiavano con una frusta sul fondo schiena. Ci sono i segni di un centinaio di percosse.

L’omertà è purtroppo la norma, in questo campo, e perciò le cronache dicono e non dicono, e le notizie sono imprecise e insicure. Se la verità fosse meno orripilante di quanto ora sembra, mi svanirà l’oppressione dal cervello. Non possiamo avere Forze armate dove avvengono cose del genere. Questi sono retaggi del passato peggiore, sono arcaicità. Vedo che c’è un’interrogazione al Senato, il ministro della Difesa starà pensando a cosa dire e cosa fare, e io gli dico una cosa molto semplice: cominci col dichiarare impromovibili i nonnisti. Vedrà che si mettono subito in carreggiata.

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