Il Cammino e il fuoco che riunisce
martedì 8 ottobre 2019

C’è già un’immagine simbolo del Sinodo per l’Amazzonia. E giunge proprio nel giorno, ieri, in cui sono cominciati i lavori. Come non vedere infatti in quella processione del Papa con i padri sinodali e i rappresentanti dei popoli indigeni, che dalla Basilica di San Pietro ha raggiunto l’Aula sinodale, un modo per tradurre con plastica e vivida rappresentazione l’immagine cara a Francesco di una Chiesa capace di farsi compagna di strada degli uomini e delle donne del nostro tempo? Come non leggere negli occhi di quelle popolazioni la richiesta alla stessa Chiesa di un discernimento che li aiuti nel cammino non facile di questa fase della loro storia, che poi è anche la nostra, dato che l’Amazzonia ci riguarda tutti?

E ancora, come non ricomprendere nella canoa colma di strumenti e oggetti tradizionali, nei canti e nei copricapo tipici (che il Pontefice ha chiesto di non deridere), l’offerta di una quotidianità di vita che, al pari di quanto avviene anche alle nostre latitudini, chiede di essere assunta e sublimata dalla luce del Vangelo? Se la stessa parola - Sinodo - indica un cammino fatto insieme, immagine migliore non poteva esserci per muovere i primi passi.

E sarà cammino di Chiesa, senza ombra di dubbi, come sia il Papa, sia il cardinale Hummes nella sua relazione generale, hanno tenuto a sottolineare. Con questa assise sinodale, infatti, la Chiesa vuole comprendere e servire le popolazioni amazzoniche come in altre stagioni aveva fatto con quelle di Europa, Africa, Asia, Oceania e delle due Americhe, o come nel pontificato di Benedetto XVI era successo per il Medio Oriente -, o ancor prima (con Giovanni Paolo II) per una nazione in particolare (l’Olanda). In fondo, lo schema e lo stile sono gli stessi del recente Sinodo sui giovani.

Ascoltare la voce dei diretti interessati, sentire da loro aspirazioni, ansie, problemi, aspettative non certo per trarne analisi sociologiche e politiche, o addirittura imporre visioni ideologiche e neocoloniali, ma per l’esatto contrario: un confronto attivo e 'generativo' con la Parola di Dio. Certo, sul tavolo ci sono (e fin dallo stesso tema dell’assemblea: «Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale») molte questioni sociali – deforestazione, acqua, sfruttamento dei poveri e il loro sempre più problematico loro inurbamento. Ma il Papa ieri è stato perentorio: «Il Sinodo non è un parlamento», né persegue logiche di potere. È invece un luogo in cui ci si confronta con «occhi e cuore da discepoli e missionari, senza proselitismi» e nel rispetto della realtà di un popolo. Anche questa assise sarà perciò espressione di quella «Chiesa in uscita » che come ha rimarcato sempre ieri Hummes vuole «accendere luci e riscaldare cuori che aiutino la gente, le comunità, i Paesi e l’umanità intera a trovare il senso della vita e della storia».

E anche per l’Amazzonia queste luci si accendono a partire da quella dell’annuncio di Gesù Cristo, morto e risorto, della sua misericordia soprattutto verso gli ultimi, i sofferenti, i dimenticati e gli emarginati del mondo di oggi. «Un tavolo che Dio ha imbandito per i suoi poveri – sono sempre le parole di Hummes – e al quale ci chiede di servire». In fin dei conti, anche le questioni dei viri probatie del ruolo della donna, che tante (e spesso pretestuose) polemiche hanno suscitato nel periodo presinodale, vanno iscritte in questa dinamica di accompagnamento, discernimento evangelico e servizio ai più poveri (in questo caso poveri anche rispetto alla possibilità di partecipare ai sacramenti, data la scarsità di sacerdoti). Sarà il Sinodo ad approfondire le richieste dei popoli della regione, ha fatto intendere ieri il Papa, e nulla è stato deciso, perché l’Instrumentum laboris è solo un «documento martire », destinato a essere profondamente modificato, o addirittura annientato, nel corso dei lavori. Così, alla prima immagine simbolo ne possiamo già affiancare un’altra: quella del fuoco.

Non certo, però, il fuoco «appiccato da interessi che distruggono, come quello che recentemente ha devastato l’Amazzonia», ha ricordato Francesco domenica nella Messa di apertura del Sinodo. Ma il «fuoco di Dio che raccoglie in unità». E che sotto il soffio dello Spirito sarà sicuramente energia propulsiva del cammino.

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