martedì 5 gennaio 2010
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Caro Direttore,mi ha stupito l’eco suscitata dalle parole del Papa contro oroscopi & Co. Il contrasto tra la fede cristiana nella Provvidenza e l’idea che il futuro dipenda da congiunzioni astrali o, ancora peggio, dall’intervento di maghi e fattucchiere, appartiene all’abc del catechismo. Speriamo che le parole di Benedetto XVI, come al solito chiarissime, facciano rinsavire qualcuno. Vorrei però proporle un’associazione di idee un po’ ardita e paradossale. Non le sembra che il metodo degli imbonitori da baraccone faccia un po’ troppo spesso breccia anche in non poche redazioni giornalistiche? Mi è piaciuta la sobrietà di Avvenire che, riguardo all’avvio dei saldi, ha riferito le previsioni senza sbilanciarsi, ma come si possono conciliare stime che andavano dal catastrofico all’entusiasta, formulate praticamente in simultanea, sabato, a poche ore dall’apertura dei negozi? Non bisognerebbe che chi spara cifre con toni oracolari, dichiarasse la loro origine, fornisse i riscontri? Si andava dal +20/30% al -4/5% (queste almeno le "statistiche" in cui sono incappato io) e protagonisti delle dichiarazioni erano spesso esponenti delle associazioni dei consumatori. Sbaglio se mi sono confermato nell’impressione che si tratti spesso di persone vogliose soprattutto di catturare l’attenzione? Un po’ di parsimonia nelle chiacchiere non farebbe bene a tutti? Grazie.

Silvio Cioni

Grazie per averci dato atto di aver raccolto con senso della misura i proclami dei quartieri generali di consumatori e commercianti. È interesse generale che una realtà importante come il commercio, al pari di tutti gli altri settori economici, si risollevi dalla crisi, ma l’informazione può contribuire solo svolgendo bene il proprio ruolo, non prestandosi a drogare le notizie per "spingere" la realtà nella direzione auspicata da questo o quell’interesse più o meno particolare. Riguardo ai saldi invernali, credo che bisognerà aspettare i prossimi giorni, con l’Epifania e la conclusione generale delle vacanze natalizie, per avere riscontri di una qualche attendibilità. Nel frattempo il cronista non può fare altro che raccontare la ressa (se e quando c’è) e descrivere il clima che raccoglie tra la gente, dentro e fuori i negozi e anche tra chi alle vetrine neppure si avvicina. Esperienze, punti di vista e racconti che hanno il valore sempre interessante di testimonianze dirette, ma ai quali sarebbe improprio sovrapporre un attestato di universalità. Che si incontrino non pochi volti sereni e in qualche caso anche sorridenti, è un segnale che fa piacere raccogliere e trasmettere. La speranza che questo 2010, col fattivo impegno di tutti, possa avviare il superamento dei problemi economici e di lavoro patiti da famiglie e imprese è comune a tutti. Buon anno!
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