Più di mezzo secolo fa (il tempo vola, estote parati) facevo il soldato con gli alpini, e sentiamo un grido: “Alpini!”. Guardiamo. Quattro-cinque turisti paralizzati dal freddo, su una cengia, camicia estiva, pantaloni corti, pelle d’oca. Imbecilli. Li aiutiamo a scendere. Oggi vedo la foto di un escursionista oltre i duemila metri: ha i sandali di gomma, aperti. Sotto si vede la nuda pelle, senza calze. Non riusciva più a tornare indietro, sono andati a prenderlo quelli del Soccorso Alpino, e gli han fatto pagare il costo dell’operazione, sui tremila euro. Lo trovo un pagamento giusto, lui ha commesso un errore, e l’errore deve pagarlo lui, non gli altri.
Sto in montagna, c’è un monte qui di fronte a me, il monte Pelmo, sui 3.200 metri, non un gran che, sarebbe facile salire, per una cengia larga 30-40 centimetri, se non fosse che sotto la cengia c’è uno strapiombo di centinaia di metri, e se mentre avanzi per la cengia strisciando a pancia in giù guardi nel vuoto perdi i sensi e precipiti. È lì che ho capito quel passo di Nietzsche che dice: “Se tu guardi dentro l’abisso, l’abisso guarda dentro di te”. Si oltrepassa quella cengia strisciando sulla pancia, e per non guardare l’abisso guardi il monte, ma la parete del monte è coperta di grandi foto di ragazzini che han guardato giù e son precipitati. Il Pelmo è un ammonimento. E tale deve restare. Non sono d’accordo con la Comunità che ha fatto togliere tutte le foto, “perché pareva un cimitero”. Pareva un cimitero perché “era” un cimitero.
Oggi si va in montagna con troppa leggerezza. Come a una festa. Vedo troppi ragazzi in pantaloni corti e scarpette da ginnastica. Se gli alpini, che girano su e giù per questi monti dalla mattina alla sera, avessero queste scarpette turistiche, sarebbero tutti congelati, slogati e zoppi.
La canzone che dice: “I suoi alpini ghe manda a dire / che non han scarpe per camminar”, è una bruttissima canzonaccia disfattista. Io proibivo ai miei alpini di cantarla. Gli alpini sono un corpo ben attrezzato dallo Stato, e i loro scarponi sono caldi e impermeabili, io li ho tenuti ai piedi una settimana intera, giorno e notte, senza che una goccia d’acqua tracimasse all’interno. Andare per i monti è questione di attrezzatura. È estate, attrezzatevi. Tu non ti attrezzi e poi resti incrodato? E i soccorritori devono correre a salvarti? Allora paga.