giovedì 2 agosto 2012
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Gentile direttore,l’inchiesta di Avvenire sui roghi nel Napoletano ha avuto immediatamente la risposta che meritava: finalmente il governo si è mosso! Per un fatto di simile gravità, ampiamente risaputo, nessun amministratore e nessun uomo politico aveva avuto il coraggio di intervenire. Era necessaria l’inchiesta di Avvenire. Complimenti per la chiarezza e la completezza del lavoro svolto. Questo dimostra che quando il giornalismo è fatto bene è veramente necessario e indispensabile. L’inchiesta ha avuto anche l’effetto di fare intervenire con efficacia vescovi di quella zona accanto ai soliti bravissimi, impegnatissimi e sempre presenti sacerdoti. È necessario che tutto il mondo cattolico si svegli e si muova in modo efficace. E anche dagli altari è ora che venga un forte e accorato richiamo alla realtà. E ciò non è “fare politica”, ma un atto di obbedienza al Vangelo. E serve un linguaggio molto semplice, chiaro e attuale. Sono un vecchio e fedele abbonato di Avvenire d’Italia prima e di Avvenire dopo e seguiterò a esserlo. Ancora complimenti a lei per il suo impegno. Seguiti senza timori. L’aiuto del Signore non manca mai.
Ps. Un’altra inchiesta sarebbe molto bella e interessante per Avvenire: perché i cristiani di fronte a tante folli guerre e folli spese militari, di fronte a tante dittature sanguinarie, di fronte a tanta disonestà anche politica non si scandalizzano più?
Aristide Govoni, Bologna
 
Dico grazie a lei, gentile signor Govoni, per l’apprezzamento e l’incoraggiamento che ci riserva. E dico grazie anche ai vescovi e ai sacerdoti che, condividendo il dramma del proprio popolo, continuano a far risuonare parole severe di denuncia e a compiere e promuovere gesti di carità e di giustizia anche nelle “terre dei fuochi” tossici. Proprio ieri sono tornate a risuonare alte e forti, con estrema e pressante chiarezza, le voci dei preti e del vescovo di Aversa e vicepresidente della Cei, monsignor Angelo Spinillo. Perché non ci si può rassegnare al male e alla sopraffazione cieca e assassina. Perché la speranza della gente va motivata e sostenuta. E questo mi porta alla sua domanda finale. Forse è vero che alcuni cristiani non si scandalizzano più di fronte alle “cose storte” del mondo e seguono la corrente. Io però credo che gran parte di noi questa sana capacità di scandalizzarsi (e di scandagliarsi dentro) non l’abbia perduta. Penso anche che, però, dobbiamo esercitarla con lucidità e, coraggio, cercando di essere coerenti, convincenti e positivamente “contagiosi”.
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