A proposito di ondate di droghe e Rdc e di un obiettivo che è bene aver chiaro
mercoledì 22 settembre 2021

Caro direttore,
anche lei pensa come Arturo Celletti («Roma, decide il voto delle periferie») – e come Giorgia Meloni – che San Basilio è «“drogato” da ondate di reddito di cittadinanza»? Io credo che il reddito di cittadinanza, dando di che vivere, dia a persone che abitano in quel quartiere – e ovunque in Italia, in condizioni analoghe – una possibilità di avere di che vivere senza dover entrare nel giro dello spaccio della droga, in attesa che si creino le condizioni per un avviamento al lavoro.

Rocco Cangialosi

Come io la penso sul Reddito di cittadinanza l’ho scritto e ripetuto molte volte. In questo tempo di pandemia sanitaria e sociale, se il Rdc non ci fosse stato, avremmo dovuto inventarlo, altrimenti tanti e tante avrebbero patito molto di più sotto i colpi di maglio di un ulteriore grave impoverimento. Questo non significa che il Rdc sia del tutto ben congegnato ed efficace. Gli editoriali e le analisi che ho proposto in questi anni di vigenza della misura che ha sostituito il Rei (Reddito di inclusione) hanno tutti sistematicamente indicato obiettivi da perseguire e punti deboli da correggere. Ricordo le (almeno) sei cose su cui incidere sottolineate da Francesco Riccardi in un bel Botta & Risposta con un altro lettore: era il 22 febbraio 2020, una manciata di giorni prima dell’esplosione della crisi da Covid. E un commento precedente dello stesso collega («Pregi e difetti di Rdc e “quota 100”») messo in pagina a gennaio 2019. Ricordo infine che io stesso pochi giorni fa ho replicato a un lettore polemico con il Rdc ed evidentemente favorevole all’abrogazione della misura («Sarebbe davvero grave cancellare il Reddito di cittadinanza»). Il collega Arturo Celletti nel suo bel reportage sulla Roma che va al voto ha usato un’immagine forte, associando nelle stesse «ondate» droghe e Rdc, io non l’avrei fatto ma capisco perché lui l’ha fatto. L’importante è che tutti capiscano che il Rdc non deve solo coprire l’«attesa che si creino condizioni per un avviamento al lavoro», ma sostenere i concittadini in seria povertà e contribuire a creare con loro e per loro condizioni di lavoro degno.

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