venerdì 2 novembre 2012
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​Gentile direttore,
le scrivo in merito alla lettera del 30 ottobre in cui un lettore lamentava la messa in onda, in fascia protetta, di uno spot offensivo relativo alla Serie tv "Boris 2". Naturalmente il lettore ha espresso in maniera legittima il suo disagio. E io non voglio discutere l’opportunità della messa in onda di tale spot in fascia preserale. Con serenità, volevo piuttosto esprimerle la mia opinione proprio riguardo al lavoro di Corrado Guzzanti. Premetto che sono credente. Non so se abbia una qualche importanza nella questione, ma sono anche praticante. A mio avviso Corrado Guzzanti sa vedere la realtà con grande lucidità, per quanto riguarda molti aspetti, tra cui anche le manifestazioni religiose e il "sentimento" del divino. I suoi personaggi spesso mettono l’accento sui fondamentalismi, sui modi squilibrati di vivere la fede e non sulla fede stessa. Personalmente, non mi sono mai sentita offesa da nessuno dei suoi personaggi. Non ho mai pensato di risultare screditata da uno di loro. Anzi, mi pare che – magari anche suo malgrado, questo non lo so – mediante una critica a volte aspra del fondamentalismo religioso, alla fin fine non faccia che liberare la fede da inutili orpelli esteriori. La saluto cordialmente.
Chiara Bertora, Grugliasco (To)
 
Penso anch’io, gentile dottoressa Bertora, che Corrado Guzzanti sia spesso capace di proporre personaggi che inducono a sorriso e riflessione in modo intelligente e coinvolgente. La sua altrettanto intelligente lettura del lavoro creativo di questo attore comico ne è la riprova. Io stesso, del resto, l’ho ricordato persino nell’amareggiata risposta che ho dato, pochi giorni fa, alla lettera da lei citata. Proprio per questo credo che tanti si siano spazientiti e siano rimasti interdetti, delusi e offesi – cito me stesso – a causa dell’«infelice leggerezza (o, se si vuole, volgare pesantezza)» dello spot autopromozionale trasmesso domenica scorsa (in un momento di vasto ascolto) su Rai3.Che cosa c’entrano, infatti, la ridicolizzazione di "Symbolum ’77" e dei concetti cardine della fede cristiana contenuti in quello straordinario canto con il rifiuto di ogni «fondamentalismo»? Voglio dire che in questo triste episodio televisivo – che considero un grave e spero irripetibile errore di Guzzanti – è emersa tutta un’altra questione: quella, essa sì fondamentale, dell’autentico e lucido rispetto non per gli «orpelli», ma per la sostanza delle cose e della religione. Rispetto che è vero quando non è solo formale, quando cioè nasce dalla serena comprensione di ciò di cui si parla e che si "maneggia", anche solo per fare satira. Ricambio volentieri il suo cordiale saluto.
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