Tyler Robinson e le Gen Z americana delusa dalla politica: va guardata

I focus group condotti dal partito democratico dopo la sconfitta elettorale del 2024 hanno scoperto che la maggior parte dei giovani uomini americani si sentono in crisi. Cosa sta succedendo
September 12, 2025
Tyler Robinson e le Gen Z americana delusa dalla politica: va guardata
Ansa | Giovani americani a una fiaccolata in memoria di Charlie Kirk
Un ragazzo introverso, interessato alla politica fin da ragazzino, immerso nel mondo dei videogiochi e delle chat online. Tyler Robinson, che a 22 anni ha ucciso il leader di un movimento giovanile di destra, Charlie Kirk, è cresciuto in una famiglia repubblicana nel conservatore Utah. Era bravo a scuola, tanto da ottenere una borsa di studio al merito. Non sappiamo per chi abbia votato lo scorso novembre, ma era iscritto alle liste elettorali come indipendente.
La sua partecipazione al voto e la sua dimestichezza con i dibattiti politici ne fanno un’eccezione in un Paese dove l’impegno civico degli under 30 è basso, con meno di un quarto che si considera politicamente attivo. Ma il suo profilo lo inquadra in un gruppo di giovani uomini fortemente preoccupati per il loro futuro, che non trovano risposte alle loro ansie nei partiti esistenti, desiderano un “cambiamento totale” nel modo in cui il Paese è governato e che negli ultimi mesi hanno perso speranza nella svolta promessa da Donald Trump.
Certo, i sondaggi statunitensi non possono spiegare perché Robinson abbia sparato a un altro essere umano per impedirgli di esprimere idee che trovava odiose. Tantomeno giustificare il suo atto, che sarebbe improponibile e perverso. Ma possono tracciare una cartina che ci aiuti a orientarci nel mondo in cui Tyler ha mosso i primi passi da adulto e in cui moltissimi altri, senza mai arrivare a compiere gesti estremi, condividono la sua frustrazione.
I focus group condotti dal partito democratico dopo la sconfitta elettorale del 2024 hanno scoperto che la maggior parte dei giovani uomini americani si sentono in crisi: sono stressati, preoccupati di non trovare un posto di valore in società e confusi su cosa significhi essere un uomo nel 2025. Ammettono che la pandemia li ha lasciati isolati e socialmente disconnessi. E si dicono sopraffatti da timori economici.
Molti di loro avevano riposto speranze in Trump, ma hanno cambiato idea. Secondo la società Pew, tra gli americani di età compresa tra 18 e 29 anni, l’indice di gradimento del presidente è dimezzato, scendendo da un massimo del 55% subito dopo l'insediamento al 28% attuale. L'entità di questo calo è più del doppio di quella di qualsiasi altra fascia d’età. E se i giovani uomini all'inizio approvavano Trump più delle loro coetanee, da aprile il loro gradimento dei giovani uomini ha iniziato a calare in modo più rapido delle donne. La Ap ha chiesto ai membri della Generazione Z americana che cosa ne pensino della democrazia Usa e ha scoperto che solo uno su tre crede che funzioni e che possa rispondere ai suoi bisogni. Più della metà dice di desiderare “un cambiamento radicale o sostanziale”.
Fino a qualche anno fa molti di questi giovani avrebbero potuto confluire nell'ala sinistra del partito democratico, quella “socialista” di Bernie Sanders, per intenderci. Ma oggi gran parte di quell'infrastruttura politica è stata smantellata o assorbita da una compagine politica che evita accuratamente opinioni forti per timore di scontentare una o l’altra categoria demografica o razziale. Mentre il centrosinistra si è dimostrato incapace di esprimere una proposta politica concreta per i giovani elettori, soprattutto maschi, negli Stati Uniti non è emersa una vera alternativa alla retorica anti-establishment e populista di Trump. Quando le idee Maga deludono, insomma, resta solo la paura e il vuoto.

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