Tredicenne picchiata a sangue dai coetanei perché non portava il velo
di Redazione
Il fatto è accaduto a Montpellier. Da tempo la ragazza a scuola era oggetto di molestie e insulti da parte di altre compagne: era «troppo occidentale». Arrestati gli aggressori minorenni arresti

«Di fronte a questi fatti bisogna avere estrema fermezza»: ha reagito così Emmanuel Macron alla gravissima aggressione di Samara, 13 anni, una ragazzina di origini arabe picchiata martedì da tre coetanei all'uscita di scuola a Montpellier, nel sud della Francia, perché, a loro dire, si comportava da «miscredente», non indossava il velo e «si truccava all’occidentale».
La ministra dell’Educazione nazionale, Nicole Belloubet, ha annunciato l’avvio di un’inchiesta lampo: «Non mi tremeranno le mani. Dobbiamo stabilire la verità dei fatti e delle responsabilità. Ne trarremo poi le conseguenze. Sono sotto choc». Da mercoledì pomeriggio, Samara che ha subito un'emorragia cerebrale per i colpi subiti – sta un po' meglio ed è uscita dal coma artificiale con il quale l'avevano sedata i medici in ospedale. In 3, tutti della sua età, l'avevano aspettata fuori dalla scuola media Arthur-Rimbaud e l'avevano picchiata a lungo. Una ragazzina che non ha neppure 14 anni e che va a scuola nello stesso istituto è stata fermata per prima, dopo di lei altri due di 14 e 15 anni, tutti con l'accusa di tentato omicidio.
Secondo Hassiba, la madre di Samara, la prima dei fermati «aveva preso di mira Samara dall’anno scorso» e avrebbe organizzato l’aggressione. «La molestava in continuazione, con accanimento», ha denunciato Hassiba, mentre diversi testimoni hanno detto alla polizia che l’aggressione era stata organizzata da giorni, dopo che sui social erano apparsi diversi account falsi attribuiti a Samara. La ragazzina era finita da mesi nel mirino dei coetanei «perché è carina – ha detto ancora Hassiba –, si veste all'europea, forse è un po' più libera degli altri”.
La ministra dell’Educazione nazionale, Nicole Belloubet, ha annunciato l’avvio di un’inchiesta lampo: «Non mi tremeranno le mani. Dobbiamo stabilire la verità dei fatti e delle responsabilità. Ne trarremo poi le conseguenze. Sono sotto choc». Da mercoledì pomeriggio, Samara che ha subito un'emorragia cerebrale per i colpi subiti – sta un po' meglio ed è uscita dal coma artificiale con il quale l'avevano sedata i medici in ospedale. In 3, tutti della sua età, l'avevano aspettata fuori dalla scuola media Arthur-Rimbaud e l'avevano picchiata a lungo. Una ragazzina che non ha neppure 14 anni e che va a scuola nello stesso istituto è stata fermata per prima, dopo di lei altri due di 14 e 15 anni, tutti con l'accusa di tentato omicidio.
Secondo Hassiba, la madre di Samara, la prima dei fermati «aveva preso di mira Samara dall’anno scorso» e avrebbe organizzato l’aggressione. «La molestava in continuazione, con accanimento», ha denunciato Hassiba, mentre diversi testimoni hanno detto alla polizia che l’aggressione era stata organizzata da giorni, dopo che sui social erano apparsi diversi account falsi attribuiti a Samara. La ragazzina era finita da mesi nel mirino dei coetanei «perché è carina – ha detto ancora Hassiba –, si veste all'europea, forse è un po' più libera degli altri”.
Al punto, racconta ancora la madre, da essersi "tinta i capelli di rosso" ma di essere stata costretta a rinunciare al colore dopo essere stata presa di mira "con insulti e prese in giro". "Le dicevano che è una miscredente, le sputavano sui capelli. E ha dovuto rinunciare alla tintura". Samara adesso è cosciente ma "molto provata. E' sempre preoccupata, scombussolata, ha paura. E' fragilissima psicologicamente e fisicamente, al risveglio dal coma aveva una specie di amnesia. Stiamo cercando - ha concluso la madre - di rimettere insieme i pezzi".
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