Tra una guerra, una pace e un dazio Trump salva anche l'insegna dei ristoranti

Dopo l'insurrezione contro il "wok" che cancella le tradizioni, il presidente ha convinto una catena "storica" di fast food a non cambiare nome per salvare le "memorie cultura
August 26, 2025
«Make Cracker Great Again (Mcga)». Poche ore fa qualcuno già ironizzava sui siti americani sul fatto che davanti ai cancelli delle Casa Bianca ci fosse un lunga fila di astanti: chi con la moglie chiedeva aiuto per un momento difficile della coppia, chi era incerto sull’entità degli interessi praticati dalla banca al mutuo e chi pretendeva che il presidente gli imponesse le mani e guarisse un fastidioso eczema che nessun dermatologo era riuscito a scacciare. Un’ironia dettata dall’ennesima battaglia vinta da The Donald nella difesa dei valori tradizionali americani. A un anno dal 250esimo anniversario dalla Nascita di una nazione di tradizioni, fatti storici ed eventi gli Stati Uniti ne hanno avuti a centinaia, come le rovine delle civiltà che hanno preceduto l’America First e che gelosamente custodiscono, facendo impallidire il Vecchio Continente buono solo da daziare.
Tanta ironia sprecata, perché in fondo un’altra vittoria Donald Trump l’ha incassata: la catena di ristoranti rustici Cracker Barrel ha annunciato il ritorno al suo vecchio logo, dopo che il suo “rebranding” ha scatenato una furiosa reazione alimentata da una guerra culturale, tra cui le critiche del presidente Donald Trump. La catena di ristoranti statunitense, dallo stile rustico e popolare, ha visto il suo valore azionario decurtato di decine di milioni di dollari da quando la scorsa settimana ha presentato un nuovo look, criticato dagli esponenti della destra come "woke". L'annuncio del ritorno di Cracker Barrel al suo vecchio logo - l'immagine di un anziano seduto su una sedia e appoggiato a un barile - è arrivato poche ore dopo l'intervento di Trump sulla controversia. "Cracker Barrel dovrebbe tornare al vecchio logo, ammettere il suo errore basandosi sul feedback dei consumatori e gestire l'azienda meglio che mai", aveva scritto il presidente americano sulla sua piattaforma Truth Social tra un annuncio di un'altra pace nel mondo, insulti stile taverna a ministri degli esteri russi e l’ennesimo “penultimatum sulla guerra in Ucraina a Vladimir Putin, con in quale in fondo ha “un ottimo rapporto” .
Il problema di Cracker Barrel invece, una catena di ristoranti con arredi obsoleti e una cucina tipica dell’America del Sud, era invece quello di aver suscitato indignazione tra alcuni clienti quando ha annunciato di aver rinnovato e semplificato il suo logo. Il nuovo logo rimuoveva "Uncle Herschel", lo zio del fondatore Dan Evins, raffigurato come un uomo anziano seduto su una sedia di legno con il gomito appoggiato su una botte dal famoso cartello giallo e marrone. Al suo posto, un semplice esagono con il marchio "Cracker Barrel" rappresentava in questi giorni la catena, fondata nel 1969 e che vanta 660 ristoranti e un fatturato annuo di 3,5 miliardi di dollari. La scorsa settimana, un figlio del presidente, Donald Jr, aveva chiesto su X: "Che diavolo sta succedendo da Cracker Barrel?". Facendo eco a un messaggio dell'account conservatore "Woke War Room", che accusava la catena di aver "rimosso un'estetica che gli americani amavano e l'avevano sostituita con un marchio sterile e senz'anima".
A dimostrazione che la controversia si è estesa oltre i social media, la scorsa settimana l'azienda aveva visto il prezzo delle sue azioni crollare di oltre il 7% in un solo giorno. Questo calo è stato in parte compensato. Cracker Barrel ha rilasciato una dichiarazione di mea culpa, affermando: "Avremmo potuto fare di meglio nel condividere chi siamo e chi saremo sempre". Ma non ha subito annunciato un'inversione di tendenza. Un errore secondo Donald Trump, che ha voluto dare qualche consiglio all'azienda. "Avranno un miliardo di dollari di pubblicità gratuita se giocheranno bene le loro carte. Molto difficile da ottenere, ma una grande opportunità", aveva scritto il presidente americano. Poche ore prima che il consiglio, gratuito, venisse mezzo in pratica.

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