Siria, nuove violenze a Homs: timori per la comunità cristiana
Rappresaglia contro la minoranza alauita dopo l'uccisione di un leader beduino e della moglie. Tre vittime ufficiali e coprifuoco nella città

Coprifuoco fino a questo pomeriggio alle 17 a Homs, nel cuore della Siria sunnita, dopo che le tribù beduine alleate del nuovo governo di Ahmad al Shaara domenica mattina poco prima delle 12 hanno preso d’assalto il quartiere Arman. La rappresaglia è stata scatenata, riferiscono fonti locali, dopo l’uccisione di un leader beduino e della moglie: migliaia di guerriglieri beduini, gran parte dei quali a bordo di motociclette, sono entrati in città sparando raffiche di mitra in cielo al grido di “Allah akbar”.
Incendiate auto, danneggiati case, negozi e appartamenti nel quartiere di Arman abitato in gran parte da alauiti, numerosi cristiani e poche famiglie sunnite. Una ondata di violenza che ha percorso tutti i quartieri alauiti della città in una giornata di guerriglia urbana che ha ricordato in molti aspetti le violenze dello scorso luglio a Sweida sempre contro la comunità alauita. Le forze dell’ordine locali non sono state in grado di contenere le violenze e solo a sera c’è stato un intervento dell’esercito. Ora nella città regna una calma apparente ed è vietato uscire di casa.
Tre le vittime della rappresaglia dei beduini secondo il governo, anche se secondo fonti locali i morti in realtà sarebbero molto più numerosi. Sui muri scritte come quella di “Ya Hussein”, imam invocato in battaglia dagli sciiti e quindi usata ora per irridere le milizie sciite che fino a un anno fa spadroneggiavano sul territorio. Violenze che potrebbero innescare nuove violenze settarie in un Paese dove la coesione tra le diverse comunità è sempre più fragile.
Grande preoccupazione fra la comunità cristiana, in gran parte siro-cattolica e siro-ortodossa: danneggiata, nel quartiere Arman, la chiesa di “Maria madre della luce”. Nella città vi è ora un clima di grande insicurezza anche perché dopo le violenze di luglio a Sweida, nel sud della Siria, nonostante le numerose prove e i filmati che riprendevano molti omicidi, devastazioni e saccheggi, gli assalitori sono rimasti completamente impuniti.
Le tribù beduine, in grado di assicurare combattenti al nuovo governo preoccupato per un possibile scontro armato con i curdi nel Nord Est, in assenza di una autorità locale forte e di un sistema giudiziario imparziale, stanno controllando di fatto alcune aree del territorio siriano. Una situazione di grande incertezza e diffusa illegalità che rende sempre più precaria pure la situazione della minoranza cristiana: ai leader cristiani della regione sono arrivate la scorsa settimana minacce da parte dell’Isis che preannunciavano attacchi alle chiese. Se la vita delle comunità cristiane sinora è proceduta regolarmente, in questi giorni è aumentata la vigilanza e si sono adottati maggiori sistemi di sicurezza per proteggere l’ingresso nei luoghi di culto e negli edifici della comunità cristiana. Ma l’allerta per attacchi mirati resta molto alta.
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