venerdì 5 aprile 2024
La visita di quattro giorni del segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen è un test per misurare le relazioni tra le due superpotenze. Pechino: "La vera sovrapproduzione? È quella delle armi occidentali"
Il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen è sbarcata in Cina

Il segretario al Tesoro Usa Janet Yellen è sbarcata in Cina - Reuters

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Cosa segna il termometro delle relazioni tra Usa e Cina? I tentativi di riannodare la tela diplomatica sono destinati ad abbassare i toni o, al contrario, velano una “guerra commerciale” senza esclusione di colpi? Il ricorso formale di Pechino all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), contro quelli che vengono considerati sussidi «discriminatori» da parte degli Stati Uniti sui veicoli elettrici, è solo l’ultimo atto di un duello sempre più acceso tra le due superpotenze. Un test importante lo offre il viaggio in Cina di quattro giorni del segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen. In programma per l’ex presidente della Federal Reserve, tra gli altri, i faccia a faccia con il governatore della provincia del Guangdong Wang Weizhong, con il governatore della Banca centrale cinese Pan Gongsheng e, soprattutto, con il vice premier He Lifeng.
Nonostante i tentativi di distensione (lo scorso novembre i due presidenti Joe Biden e Xi Jinping si sono incontrati a San Francisco dopo un anno di gelo e martedì scorso si sono “intrattenuti” in una telefonata di 90 minuti a tutto campo), la temperatura resta alta. Anzi bollente. Il confronto continua a passare lungo il terreno insidioso (e friabile) dell’economia, con i due giganti che gareggiano in vista del primato mondiale. Il nuovo mantra Usa è “la superproduzione” cinese, "drogata" dal sostegno del governo, che rischia di sommergere i mercati. Lo ha detto Yellen incontrando a Guangzhou la comunità imprenditoriale americana: “Il sostegno diretto e indiretto del governo di Pechino al settore manifatturiero sta portando a una capacità produttiva che supera significativamente la domanda interna della Cina, così come supera ciò che il mercato globale può assorbire”.

La missione di Janet Yellen è un test per misurare lo stato di salute delle relazioni tra Usa e Cina

La missione di Janet Yellen è un test per misurare lo stato di salute delle relazioni tra Usa e Cina - ANSA

​“L'eccesso di capacità, che può portare a grandi volumi di export a prezzi bassi" – è il ragionamento di Yellen - rappresenta "un rischio per la resilienza economica globale".
Per gli Usa "l’eccesso di capacità produttiva in Cina" è stato un problema in passato, ma recentemente si è intensificato con i rischi emergenti “in nuovi settori come i veicoli elettrici, le batterie e i prodotti a energia solare, minando i lavoratori e le imprese concorrenti negli Stati Uniti, in Messico e l'India". Insomma siamo davanti a un caso di “concorrenza sleale. "Credo che affrontare il problema dell'eccesso di capacità, e più in generale considerare riforme basate sul mercato, sia nell'interesse della Cina", ha insistito Yellen.
E Pechino? La replica del gigante asiatico non si è fatta attendere. Per la Cina il duello commerciale maschera una retorica bellica. "Anche se attaccare la Cina non è una novità in Occidente, negli ultimi tempi, è emerso un nuovo obiettivo dell’incessante potenza di fuoco: la capacità manifatturiera della Cina. Questa nuova variante della teoria della “minaccia cinese” è solo un pretesto per alcuni Paesi occidentali per avvelenare lo sviluppo interno della Cina e la cooperazione internazionale e adottare misure più protezionistiche per le proprie industrie", si legge sul ChinaDaily. Quindi l’affondo: "Il mondo ha un “problema di sovraccapacità”, che riguarda il colosso militare-industriale occidentale. Secondo un rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute, gli Stati Uniti e i Paesi dell’Europa occidentale hanno rappresentato collettivamente il 72% di tutte le esportazioni di armi nel 2019-23, in aumento di 10 punti percentuali rispetto ai cinque anni precedenti. Se l’Occidente fosse veramente preoccupato per il mondo, è il “problema della sovracapacità” militare che dovrebbe affrontare".


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