mercoledì 19 dicembre 2018
Il padre del piccolo Abdullah che è ricoverato in fin di vita ha ottenuto una deroga perché Shaima Swileh, sua moglie possa salutare il figlio per un ultima volta. Oggi il volo per San Francisco
(CAIR-SV)

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«Mia moglie mi chiama ogni giorno, vuole baciare e abbracciare nostro figlio per l'ultima volta, non abbiamo più molto tempo, per favore aiutateci a riunire la nostra famiglia», erano state le parole, uscite tra le lacrime, di Ali Hassan, cittadino americano che si trova all'ospedale pediatrico San Francisco's Benioff Oakland dove suo figlio di 2 anni è ricoverato in fin di vita. Solo oggi, dopo una lunga battaglia legale, è arrivata la notizia che la madre del piccolo Abdullah, Shaima Swileh ha ricevuto un visto umanitario dal Dipartimento di Stato statunitense per raggiungere suo figlio a San Francisco e dargli un ultimo saluto.

Da mesi si trovava Shaima Swilew si trovava bloccata al Cairo, in Egitto. A impedire il suo ingresso negli Stati Uniti era stato Il cosiddetto Travel Ban, un provvedimento voluto dal presidente Donald Trump che ha stilato una classifica di Paesi a rischio ai cui cittadini è vietato arrivare in Usa, tra cui anche lo Yemen da proviene la madre di Abdullah.

Sebbene il piccolo e suo padre siano nati in Yemen, hanno la cittadinanza americana, al contrario la madre è yemenita: motivo per cui non è riuscita fino a oggi a ottenere il permesso di entrare negli Stati Uniti. «Tutto ciò che la madre desidera è tenere la mano di Abdullah per l'ultima volta prima che gli stacchino il supporto vitale», aveva spiegato ancora il padre del ragazzo che supportato dagli attivisti del Centro per i diritti civili degli islamici (Cair California) che nelle scorse settimane ha sostenuto la causa della famiglia Hassan affinché ottenesse una deroga dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti affinché la moglie potesse raggiungere urgentemente suo figlio in California. Stando a quanto riportato dall'Associated Press Shaima Swileh intende partire oggi per San Francisco.

Ad Abdullah, che adesso ha due anni, era stata diagnosticata una malattia al cervello che ha compromesso la sua capacità di respirare. Quando aveva otto mesi, la famiglia si è trasferita dallo Yemen al Cairo, in Egitto, per sfuggire alla guerra civile che dal 2015 imperversa nel Paese. Circa tre mesi fa, Hassan ha portato suo figlio negli Stati Uniti per fornirgli delle cure migliori: la moglie avrebbe dovuto raggiungerli poco dopo. Una volta arrivati in California, i medici hanno constatato che per il bambino non c’era niente da fare. La madre ha cercato vanamente di raggiungere il prima possibile gli Stati Uniti per dire addio al figlio, ma ha ricevuto una lettera di rifiuto dal Dipartimento di Stato, che citava il divieto imposto dal presidente Trump.

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