giovedì 10 agosto 2023
Il tycoon invita i repubblicani a rendere di fatto inutili le primarie: irride i giudici e nei sondaggi il vantaggio appare incolmabile. Il rivale Ron DeSantis è staccato ora di 52 punti percentuali
Donald Triump è convinto di vincere la partita per la nomination repubblicana

Donald Triump è convinto di vincere la partita per la nomination repubblicana - ANSA

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Forte di un vantaggio che lo rende probabilmente imprendibile dagli altri candidati repubblicani alla presidenza, Donald Trump invita il partito dell’elefantino ad unirsi dietro di lui, mesi prima che comincino le primarie. Allo stesso tempo, l’ex capo della Casa Bianca usa i comizi elettorali per consolidare la sua difesa contro i casi giudiziari contro di lui che crescono di settimana in settimana. «Continuerò a parlare delle elezioni truccate, non mi toglieranno la libertà di espressione», ha detto in New Hampshire, sfidando la giudice federale che domani, nel corso di un’udienza a Washington, potrebbe imporgli di non parlare in pubblico e sui social media di elementi legati al processo in cui è imputato di aver tentato di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020. Ma Trump, che non è tenuto a presentarsi in aula, insiste che non rispetterebbe alcun «bavaglio», e torna a definire le accuse contro di lui «una montagna di balle» e a puntare il dito contro Joe Biden che starebbe a suo dire usando «la giustizia come un’arma» contro un avversario politico.
A ogni tappa della sua campagna, il tycoon ribadisce anche che le incriminazioni lo stanno aiutando e che i sondaggi gli danno ragione. «DeSanctimonious sta crollando», ha scritto ieri sul suo social Truth, riferendosi al governatore della Florida Ron DeSantis, che ha ribattezzato «ipocrita» e che in effetti è in grosse difficoltà da settimane.
DeSantis sta cercando disperatamente di ricalibrare la sua campagna e ha visto due cambiamenti di personale nelle ultime due settimane, mentre si trova staccato di 42 punti da Trump che guida con il 55% dei consensi tra gli elettori repubblicani, rispetto al suo 13. Propio con l’intenzione di infliggere un colpo mortale al rivale, Trump parteciperà sabato alla Iowa State Fair – evento che attira un milione di partecipanti ogni anno ed è una tappa fondamentale per corteggiare gli elettori nello Stato che apre il concorso per le nomine a gennaio – che il governatore della Florida visiterà lo stesso giorno. Solo le comparizioni in tribunale sembrano turbare il calendario fitto di bagni di folla del tycoon. Per oggi è stato convocato dal tribunale federale della Florida nell'ambito del caso sui documenti riservati sottratti dalla Casa Bianca e ritrovati nella residenza privata del tycoon a Mar-a-lago. Trump ha chiesto di non essere presente di persona, ma la giudice Aileen Cannon, che lo stesso Trump aveva nominato, non ha ancora risposto alla sua richiesta. Per la prossima settimana è attesa intanto la quarta incriminazione. Il gran giurì della Georgia dovrebbe esprimersi infatti sui tentativi dell'ex presidente di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020 e restare al potere. Sembra che il procuratore Fani Willis ricorrerà alla legge dello Stato usata contro i boss mafiosi. Secondo la norma, se il pubblico ministero dimostra che c'è un'organizzazione di persone che commette reati su base ricorrente, allora i membri possono essere perseguiti per i crimini commessi dal gruppo.
I molteplici casi giudiziari contro Trump appaiono dunque sempre più solidi. Ieri il New York Times ha pubblicato le prove in mano ai procuratori federali che rivelano che l’allora presidente era al corrente che il suo piano per ribaltare l’esito del voto del 2020 era «controverso» e che «probabilmente» sarebbe stato bocciato dalla Corte Suprema. Si tratta di un passo per dimostrare che Trump sapeva che le sue accuse di elezioni truccate erano menzognere. Ma neanche questo sembra fermare l’ascesa di Trump e la sua presa sul partito repubblicano, i cui leader restano solidamente schierati al suo fianco.
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