venerdì 25 agosto 2023
L'ex presidente si costituisce nella prigione della contea di Fulton, Georgia, dov'è accusato di aver cospirato per cambiare i risultati delle presidenziali. Schedato e liberato su cauzione
Trump arrestato e subito rilasciato
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E' durato solo 20 minuti l'arresto di Donald Trump, con rilascio immediato su cauzione, per aver tentato insieme ad altri 18 alleati di ribaltare il voto in Georgia nel 2020. Ma le immagini della sua quarta incriminazione sono destinate a restare nella storia: la discesa al tramonto dal suo jet privato col pollice alzato ma il viso imbronciato.

Donald Trump si è consegnato alla giustizia per essere incriminato di una serie di reati che potrebbero portarlo in galera, ma è riuscito a trasformare l’arresto in uno spot elettorale che probabilmente lo farà crescere nei consensi, almeno fra gli iscritti al suo partito. In realtà le accuse che gli sono state contestate, secondo programma, alle 19,30 americane (la notte in Italia) ad Atlanta potrebbero rivelarsi più insidiose delle altre. La Georgia prevede infatti che un criminale svolga in qualsiasi caso un minimo della sentenza in prigione, quindi Trump potrebbe effettivamente finire dietro le sbarre. Inoltre, anche se fosse rieletto alla presidenza, non potrebbe graziarsi per una condanna ricevuta a livello statale. In Georgia il tycoon è stato incriminato per 13 reati, tra cui l'aver fatto parte di un'organizzazione criminale volta a sovvertire illegalmente il risultato elettorale delle presidenziali del 2020.

La procuratrice responsabile dell’inchiesta, la democratica Fani Willis, intende procedere in direttissima e ha chiesto al giudice di fissare la prima udienza per il 23 ottobre: una data che i legali di Trump contesteranno. Intanto ieri la commissione giustizia della Camera, controllata dai repubblicani, ha aperto un'inchiesta sulla pm. L’ex capo della Casa Bianca spinge affinché i quattro processi penali comincino dopo le elezioni presidenziali del novembre 2024, nella convinzione che le incriminazioni, che ha presentato come una persecuzione politica, lo aiutano a rafforzare il consenso nella sua base, mentre settimane di testimonianze contro di lui potrebbero nuocergli in un’elezione generale.

ANSA

In effetti il tycoon è ancora solo al comando del campo repubblicano, con il 53% delle preferenze, un primato che il primo dibattito tv fra gli altri candidati non ha per nulla scalfito. Mentre i media Usa ieri decidevano chi aveva vinto il primo duello tra otto repubblicani alle primarie Gop del 2024, era infatti chiaro che dal palco di Milwaukee nessuno era riuscito a offuscare l’immagine di Trump, che si era rifiutato di partecipare al dibattito. La sorpresa della serata è stato il flop del governatore della Florida Ron DeSantis: il conservatore 44enne è stato poco incisivo, nonostante i proclami contro Joe Biden e anti-immigrati («invierò le truppe al confine con il Messico»). Vago sull’Ucraina, non ha saputo presentare una piattaforma economica né imporsi sui rivali interni. Un fallimento confermato dai dati post serata: da febbraio a ieri il consenso di DeSantis è crollato dal 28 al 16%. Numeri opposti per il rampante imprenditore del biotech, Vivek Ramaswamy, che è passato dallo 0 all'11%.

È un segnale in più della presa di Trump sui repubblicani, perché il 38enne si è presentato come una versione giovane del tycoon, che considera «il miglior presidente del XXI secolo».

Non a caso sul palco si è accaparrato spazio in modo aggressivo a forza di proposte controverse come «smantellare il Fbi e il dipartimento di Giustizia” o chiedere all’Ucraina di “cedere territorio alla Russia». Visto che l’originale Trump è ancora in pista, sembra probabile che Ramaswamy stia facendo un provino come eventuale vicepresidente. L'ex vice presidente Mike Pence ha invece puntato proprio sul coraggio di aver scelto la Costituzione americana invece degli ordini del suo capo il 6 gennaio del 2021. L'unica candidata alle primarie del Gop, l'ex ambasciatore all'Onu Haley, è sembrata la più preparata sulla politica estera e la più propensa ad accaparrarsi i voti degli indipendenti. Ma anche lei ha alzato la mano quando il moderatore ha chiesto chi sosterrebbe ancora Trump se fosse condannato. A non farlo sono stati solo l’ex governatore del New Jersey Chris Christie e l’ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson.

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