sabato 10 maggio 2025
La presidente della Commissione Europea: «Sosteniamo la proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni completo e senza condizioni». La replica secca di Mosca
Il summit dei Volenterosi a Kiev: «Subito una tregua tra Russia e Ucraina»

ANSA

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In diplomazia i toni sono quasi tutto. «Possono ficcarsi questi piani di pace nei loro… ». I puntini di sospensione pesano più delle parole, se a pronunciarle è l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, ora addetto alla propaganda con la carica di numero due del Consiglio di sicurezza nazionale russo. Un secco “no” alla proposta dei “volenterosi” sarebbe stato troppo poco. Il portavoce di Putin prova a spiegare il perché: «Sentiamo dichiarazioni contraddittorie da parte dell’Europa. Sono generalmente incentrate sul confronto - lamenta Dmitry Peskov - piuttosto che su tentativi con l’obiettivo di resuscitare le nostre relazioni in un modo o nell’altro».

Un passo indietro. Le principali potenze europee si sono schierate a favore di un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni in Ucraina, con l’appoggio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Sul Putin ama negoziare con la pistola sul tavolo, i leader europei sulla offerta di trattativa hanno posto una minaccia: nuove e più “massicce sanzioni” se non accetterà l’invito entro pochi giorni.

Galvanizzato dai festeggiamenti del 9 maggio sulla Piazza Rossa, attorniato da una trentina di capi di Stato tra cui il presidente cinese Xi Jinping, Putin non ha ancora risposto. Mentre affida i carotaggi ai suoi fedelissimi.

D’accordo con Zelensky, i leader di Gran Bretagna, Francia, Germania, Polonia hanno raggiunto Kiev e hanno fissato l’inizio del cessate il fuoco di un mese per lunedì 12 maggio. Nel corso del vertice, a cui Giorgia Meloni ha partecipato da remoto, i leader hanno ricevuto una telefonata di Donald Trump, negli ultimi giorni apparso sempre più scocciato dall’atteggiamento di Mosca, specialmente dopo che gli Usa hanno incassato l’accordo con Zelensky per lo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine. «Se Putin è seriamente interessato alla pace, allora ha la possibilità di dimostrarlo», ha dichiarato il primo ministro britannico Keir Starmer. «Al termine dell’incontro abbiamo parlato tutti insieme con il presidente Trump e abbiamo concordato la nostra visione comune», fa sapere Volodymyr Zelensky delineando un piano d’azione in 4 punti: la Russia deve accettare il cessate il fuoco incondizionato per 30 giorni; deve proseguire il rafforzamento delle forze di difesa di Kiev (con l’invio di un contingente di supporto); in caso di rifiuto dovranno applicarsi sanzioni più severe al settore energetico e bancario; proseguire il lavoro sull’uso dei beni russi congelati. La tregua «sarà monitorata per la maggior parte dagli Usa, con tutti gli europei che contribuiranno», ha annunciato il presidente francese Macron, aggiungendo che questa dovrebbe aprire la strada per «negoziati tra le parti coinvolte per costruire una pace robusta e durevole».

Un’apparente apertura per spegnere le bocche da fuoco era arrivata venerdì da Peskov, la voce che Vladimir Putin manda in avanscoperta per dire in pubblico ciò che egli si riserva di confermare e su cui, alla bisogna, sorvolare. Il fidato Dmitry aveva dichiarato che la Russia in linea di principio è favorevole all’attuazione di un cessate il fuoco di 30 giorni, ma solo con la dovuta considerazione delle “sfumature”.

Tradotto: l’assistenza militare occidentale per Kiev deve terminare perché il cessate il fuoco temporaneo abbia effetto. «Altrimenti - ha argomentato - sarà un vantaggio per l’Ucraina». Di Putin nessuno si fida. E il principale timore dei sostenitori della resistenza ucraina è che il Cremlino possa adoperare le quattro settimane di cessate il fuoco per riorganizzarsi e approfittare di un qualsiasi pretesto per riprendere il tentativo di avanzata, trovando le forze di Kiev sostanzialmente senza scorte di magazzino per affrontare la nuova offensiva, mentre la logistica delle consegne dall’estero non farebbe in tempo a far giungere munizioni ed equipaggiamento alla prima linea ucraina.

Alla vigilia del vertice di oggi, l’ambasciata statunitense a Kiev aveva avvertito di un attacco aereo «potenzialmente significativo» sulla capitale ucraina. Anche la rappresentanza diplomatica italiana aveva informato i connazionali e i giornalisti presenti a tenere in debito conto le avvertenze dagli Usa e non sottovalutare alcun allarme.

La visita dei “volenterosi” era stata fissata nell’ultimo giorno del cessate il fuoco dell’8-10 maggio dichiarato da Putin, ma che l’Ucraina non aveva accettato, denunciandolo come una messinscena. Entrambe le parti si sono accusate di aver violato la pausa nei combattimenti. Nella regione di Zaporizhia, i giornalisti dell’agenzia “Reuters” giunti in un ospedale da campo sulla linea del fronte hanno visto arrivare soldati con ferite da combattimento riportate dall’inizio del cessate il fuoco russo.

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