lunedì 10 marzo 2014
​Dopo tre anni di conflitto il sistema sanitario è al collasso. Crollano le vaccinazioni, 80mila sono affetti da poliomielite. Manca il cibo (LE FOTO).
Libere le 13 suore di Maalula | IL VIDEO
COMMENTA E CONDIVIDI
​Dopo tre anni di conflitto il sistema sanitario è al collasso. Crollano le vaccinazioni, 80mila sono affetti da poliomielite. Resta difficile consegnare il cibo, anche se il Programma Alimentare dell'Onu ha raggiunto zone finora inaccessibili.Sistema sanitario al collasso. Due ospedali su 3 sono distrutti, crollano le vaccinazioni, 80.000 bambini sono affetti da poliomielite, solo un parto su quattro è assistito: sono dati che emergono dal rapporto "Un prezzo inaccettabile: l'impatto di tre anni di guerra sulla salute dei bambini in Siria", presentato oggi da Save the Children. Oltre 4,3 milioni di bambini intrappolati nel conflitto in Siria subiscono tutti i giorni le gravi conseguenze di un sistema sanitario al collasso e hanno disperato bisogno di cibo, medicine, supporto psicologico e un riparo sicuro. La metà dei medici ha abbandonato il Paese, altri sono stati uccisi o imprigionati, e tra il personale sanitario rimasto, in media, solo 1 su 300 - segnala l'organizzazione - è un medico in grado di affrontare le emergenze. Molti dei feriti che giungono quotidianamente negli ospedali sono bambini che arrivano spesso con ferite profonde o fratture esposte, e quando mancano i mezzi o le medicine necessarie si è costretti a ricorrere all'amputazione di braccia o gambe, per evitare sanguinamenti letali e poterli così salvare. La copertura dei programmi di vaccinazione nel Paese è crollata dal 91% dell'inizio del conflitto al 68% già dopo il primo anno e affollamento nei rifugi e condizioni precarie di igiene sono causa dell'impennata dei casi di leishmaniosi - una malattia che colpisce gravemente gli organi interni, produce ulcere e può sfigurare per sempre - passata da 3.000 a 100.000 casi. Tra i più vulnerabili, ci sono i bambini non ancora o appena nati: 3 donne su 4 non hanno infatti più accesso all'assistenza per il parto. Per il timore di un travaglio sotto le bombe, è raddoppiato il numero di cesarei (passati dal 19 al 45%) e i neonati prematuri, o che necessitano comunque dell'incubatore, corrono rischi ancor più gravi, per i frequenti blackout elettrici.Ma c'è di più. Il collasso del sistema sanitario siriano obbliga purtroppo gli operatori sanitari a eseguire in alcuni casi pratiche mediche brutali ed estreme. Oltre alle amputazioni, l'assenza di anestesia - denuncia Save the children - ha spinto alcuni pazienti a richiedere di essere addormentati con il colpo in testa di una barra di metallo, mentre spesso brandelli di vecchi vestiti sono le uniche "bende" disponibili per le ferite e sono veicolo di infezione."Questa crisi umanitaria è diventata rapidamente anche una grave emergenza sanitaria. I bambini - dichiara Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia - stanno vivendo in condizioni barbariche. I trattamenti disperati a cui gli operatori medici sono costretti a ricorrere per salvarli sono sempre più strazianti". Per questo Save the Children chiede con forza che la recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull'accesso umanitario in Siria sia implementata immediatamente, e che le famiglie e i bambini possano così ricevere vaccini, cibo, acqua, medicine. "I leader mondiali devono scuotersi", "se c'è stata la volontà politica necessaria per permettere agli esperti di armi chimiche di raggiungere qualunque luogo nel paese è assurdo che ciò non possa avvenire per gli aiuti umanitari" fa notare Neri.Cibo: raggiunte aree finora inaccessibili, ma l'emergenza resta. Nelle ultime settimane, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam) è riuscito a raggiungere molte aree inaccessibili da mesi. Ma rimangono le difficoltà nel consegnare cibo a quanti ne hanno un disperato bisogno. Il Pam - si legge in una nota dell'agenzia Onu - ha raggiunto negli ultimi giorni Al-Houle, nei dintorni di Homs, per la prima volta da maggio 2013, riuscendo a consegnare cibo a 20 mila persone. Camion con razioni di cibo per ulteriori 20.000 persone sono arrivati nel governatorato di Ar-Raqqa per la prima volta in sei mesi. Grazie ai cessate-il-fuoco negoziati sul posto, i convogli sono entrati in aree rurali di Damascus e Daraa. Cinque camion del Pam hanno consegnato cibo a 17.500 persone che vivono in campi per sfollati a nord di Idlib. Alcuni di questi campi non erano stati raggiunti direttamente dall'assistenza del Pam dall'inizio del conflitto, nel 2011.Tuttavia, il peggioramento delle condizioni di sicurezza sta creando ritardi in alcune aree, come nel governatorato di Deir-Ezzor, a nord-est del paese. Anche se un convoglio di diverse agenzie ha potuto consegnare cibo e altri soccorsi umanitari a 27.000 persone lo scorso mese, un improvviso deteriorarsi della sicurezza sulle strade, che conducono a Deir-Ezzor, impedisce la consegna di altro cibo per marzo. "I convogli che riescono a entrare nelle aree sotto assedio possono fornire un sollievo temporaneo, ma il Pam ha bisogno di un accesso adeguato e continuato alle persone se si vuole fornire assistenza vitale e anche capire l'entità dei bisogni", ha detto Amir Abdulla, direttore esecutivo aggiunto e responsabile operazioni del Pam.A febbraio l'agenzia Onu ha assistito 3,7 milioni di persone in Siria e oltre 1,5 milioni di rifugiati nei paesi vicini. Il Pam prevede di raggiungere 4,25 milioni di persone ogni mese in Siria ma, a causa dell'insicurezza, mezzo milione di persone rimane priva di assistenza alimentare.A Yarmuk 128 morti di fame. Sono 128 le persone morte di fame dal luglio scorso nell'assedio da parte delle forze governative del campo palestinese di Yarmuk, a sud di Damasco, secondo un rapporto di Amnesty International. Le forze siriane "usano la fame dei civili come arma di guerra", ha detto Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: