sabato 10 settembre 2016
​Nella notte l'annuncio: l'accordo, se applicato, entrerà in vigore dal tramonto di lunedì. Kerry (Usa): un punto di svolta verso la fine della sanguinosa guerra civile.

EDITORIALE Chance utile e fragile (Riccardo Redaelli)
ANALISI Ecco tutte le incognite dell'intesa (Fabio Carminati)
PROGETTO Siriani in Cattolica, a lezione di futuro (Luca Geronico)
Siria, accordo Usa-Russia per la tregua
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La dichiarazione nella notte è di quelle che di per sè fanno sperare per la Siria. Dopo giorni di annunci e smentite, il faccia a faccia a Ginevra fra il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov c’è stato, e ha pure raggiunto un’intesa per nulla scontata. Dal tramonto di lunedì, inizio di Eid al-Adha (la festa del Sacrificio), dovrebbe estendersi a tutta la Siria una tregua di sette giorni con scadenze ogni 48 ore: un primo passo necessario per avviare una transizione politica nel Paese, ma anche una collaborazione militare sul campo fra russi e americani.Maratona negoziale. Una estenuante trattativa, durata ben 13 ore, che ha portato a una firma congiunta su un pacchetto di cinque documenti. Un secondo accordo fra Washington e Mosca dopo quello del 27 febbraio che portò per circa un mese a una riduzione di due terzi dei civili uccisi. Un piano che può essere «un punto di svolta», ha spiegato Kerry. Un «pratico e concreto pacchetto di documenti» che rappresenta «l’inizio delle nostre nuove relazioni», ha sottolineato Lavrov.ANALISI Ecco tutte le incognite dell'intesa (Fabio Carminati)Aleppo la chiave dell’intesa. Secondo il piano il governo siriano metterà fine ai combattimenti in specifiche aree sotto il controllo dell’opposizione. Russia e Stati Uniti, se il cessate il fuoco sarà realizzato, creeranno poi un «centro congiunto» per condividere le informazioni di intelligence per combattere il Daesh e Jabhat Fateh al-Sham, il gruppo finora conosciuto come Fronte al-Nusra. L’obiettivo, ha spiegato Lavrov, è di «separare i terroristi dall’opposizione moderata». Una cabina di regia unitaria che dovrà organizzare dei «raid coordinati» contro i terroristi condotti dall’aviazione russa e statunitense. Osservata speciale Aleppo dove, oltre alla fine dei combattimenti, dovrà essere completamente demilitarizzata la strada del Castello, a nord della città, in passato principale fonte di approvvigionamento per i ribelli. Attraverso la strada del Castello dovranno passare gli aiuti umanitari, diretti anche alla parte orientale controllata dall’opposizione. L’accordo prevede pure l’ingresso di aiuti in altre 18 città sotto assedio.Damasco «dice sì» . Il governo di Damasco, informato dall’alleato russo degli accordi, «è pronto a metterli in atto con collaborazione piena», ha assicurato Lavrov. Prudenza, se non scetticismo da parte dell’opposizione. Bassma Kodmani, portavoce del Comitato supremo per i negoziati ha fatto sapere che l’attuazione della tregua dipende dalla capacità di Mosca di fare pressione sul governo siriano: «A febbraio un centinaio di gruppi ribelli ha rispettato il cessate il fuoco, ma il regime l’ha costantemente violato», ha dichiarato. Washington ha però invitato l’opposizione a prendere le distanze dal Daesh e al-Nusra. Per l’Esercito libero siriano, il braccio armato dell’opposizione moderata siriana, l’accordo «sarà sicuramente un fallimento».La Turchia e l’Europa. Un accordo salutato con favore dalla Turchia che si è detta disposta ad inviare aiuti umanitari ad Aleppo. Il ministro degli Esteri turco Mevlit Cavusoglu ha discusso i dettagli della tregua in una telefonata a Kerry. Rispetto a febbraio è proprio la nuova posizione di Ankara, da alcune settimana impegnata in raid nella Siria settentrionale, l’elemento di novità e che, nella recente ritrovata concordia con Mosca, potrebbe essere determinante per la transizione politica. L’accordo è stato salutato con favore dalle cancellerie occidentali, tra cui l’Italia. Una notizia «molto importante» per il premier Matteo Renzi, mentre per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni si aprono «le porte della speranza per una svolta ». Un accordo «molto benvenuto» per Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Ue che chiede a tutte le parti di «assicurarne l’effettiva messa in atto». Riposizionamento sul terreno. Come avviene quasi sempre alla vigilia di un’annunciata tregua, si inaspriscono le violenze sul terreno: decine di civili sono stati uccisi in raid aerei russi e del governo. L’attacco più sanguinoso, secondo notizie non verificabili, contro un mercato a Idlib: almeno 24 persone morte. Altri attacchi si sono verificati su Duma, ad Aleppo- est e tra Homs e Hama. Colpi di mortaio sono stati lanciati su Aleppo-ovest e su quartieri della capitale da milizie dell’opposizione, ferendo dei civili.
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