mercoledì 30 ottobre 2019
Risoluzione bipartisan dopo l'offensiva di Ankara nel nord della Siria. Chieste anche sanzioni contro dirigenti turchi
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A due settimane dalla visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla Casa Bianca, il Congresso Usa sfida la Turchia dopo l'offensiva di Ankara nel nord della Siria. La Camera dei rappresentanti, a larghissima maggioranza bipartisan, ha approvato una risoluzione che riconosce come “genocidio” il massacro degli armeni da parte delle truppe ottomane del 1915 e un'altra che chiede al presidente Usa, Donald Trump, di imporre sanzioni e altre restrizioni alla Turchia e ai suoi dirigenti.

Immediata la reazione di Ankara, che "rifiuta" la risoluzione sul genocidio armeno, bollandola come una decisione "ad uso interno, priva di qualunque base storica e giuridica". "È un passo politico insignificante - ha detto il capo della diplomazia di Ankara Mevlut Cavusoglu - indirizzato solo alla lobby armena e ai gruppi anti-Turchia". Il ministero degli Esteri turco ha condannato fortemente anche la risoluzione sulle sanzioni, sottolineando che la decisione non è consona all'alleanza Nato tra i due Paesi e all'accordo tra Usa e Ankara sulla tregua in Siria, e ammonendo Washington a prendere misure per evitare passi che danneggino ulteriormente le relazioni bilaterali. Stamattina, inoltre, l'ambasciatore americano in Turchia, David M. Satterfield, è stato convocato presso il ministero degli Esteri di Ankara.

La Camera Usa ha riconosciuto formalmente il "genocidio armeno" con una maggioranza schiacciante (405 sì su 435 voti, di cui 11 contrari). Il testo, non vincolante, invita a "commemorare il genocidio armeno" e a "rifiutare i tentativi di associare il governo americano alla sua negazione", nonché a educare sulla vicenda. L'approvazione è stata salutata con un lungo applauso in aula. Il genocidio armeno è stato riconosciuto da una trentina di Paesi, tra cui l'Italia. Secondo le stime tra 1,2 e 1,5 milioni di armeni sono stati uccisi durante la prima guerra mondiale dalle truppe dell'impero ottomano, all'epoca alleato di Germania e Regno austro-ungarico. Ma Ankara rifiuta il termine genocidio sostenendo che vi furono massacri reciproci sullo sfondo di una guerra civile e di una carestia che fecero migliaia di morti da entrambe le parti.

Nell'aprile 2017, pochi mesi dopo l'insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump aveva definito il massacro degli armeni nel 2015 "una delle peggiori atrocità di massa del XX secolo", senza però usare il termine genocidio. Ma bastò a suscitare l'ira della Turchia. Barack Obama, prima di essere eletto nel 2008, si era impegnato ad riconoscere il genocidio armeno ma non lo fece. La risoluzione sulle sanzioni è stata approvata con 403 sì e 11 no. Ora deve pronunciarsi il Senato.

Il doppio schiaffo arriva dopo che Trump ha ritirato le truppe Usa dalla Siria abbandonando gli alleati curdi all'offensiva turca. Incalzato dal Congresso, il presidente Usa ha imposto alcune sanzioni modeste, revocandole non appena è stata annunciata la tregua. Ma il Congresso è ancora irritato, in un raro momento di unità bipartisan sullo sfondo della battaglia per l'impeachment contro Trump.

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