mercoledì 30 aprile 2025
Il corpo di Viktoriia Roshchyna restituito senza cervello, occhi e laringe. La portavoce della Commissione Ue: spregevole brutalità di Mosca. Sulle terre rare Kiev frena trump
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Volodymyr non lo farà e Donald non glielo chiederà. Potrebbe essere questo il passo in avanti verso l’avvio di un vero negoziato per fermare il bagno di sangue in Ucraina. Nel faccia a faccia in Vaticano il giorno dei funerali di Papa Francesco Zelensky avrebbe ribadito che non riconoscerà la Crimea come russa e Trump avrebbe chiarito che non glielo chiederà. Il problema però è Putin e per il terzo giorno di fila è lo stesso presidente americano ad annetterlo: «Potrebbe prendermi un po’ in giro».

Senza una svolta nelle parole è improbabile una svolta negoziale. Perciò ogni frase proferita dai leader viene passata in rassegna mentre Mosca si prepara a celebrare il 9 maggio, nell’ottantesimo della vittoria sul nazifascismo, e difficilmente proprio in queste giornate la retorica di Putin potrebbe conoscere ripensamenti.

Secondo i giornalisti di “Axios”, che hanno ricostruito il colloquio in San Pietro prima delle esequie di Papa Francesco, il piano della Casa Bianca sarebbe quello di riconoscere la Crimea come russa da parte degli Usa, ma non dell’Ucraina. Zelensky avrebbe anche sussurrato a Trump di non aver paura di fare concessioni, ma che senza garanzie di sicurezza per proteggersi da future aggressioni armate del Cremlino, non potrebbe accettare alcuna proposta.

Una fonte di “Axios” ha riferito che Trump per la prima volta ha assicurato che avrebbe cambiato il suo approccio con Putin. E in effetti una volta rientrato dagli Usa a Roma ha criticato il leader russo, che ha risposto annunciando una tregua di 3 giorni in occasione del 9 maggio. Troppo poco per Kiev, che non considera queste promesse come segno di reale buona volontà, mentre si annunciano nuove “esercitazioni militari” russe in Bielorussia nelle prossime settimane. Esattamente ciò che accadde prima dell’invasione del 24 febbraio 2022 cominciata proprio dal territorio bielorusso. Dal canto suo Putin fa dire al portavoce Dmitry Peskov che Mosca è disposta a trattare «direttamente» con l’Ucraina. E mentre lo dice intensifica gli attacchi sul Paese ancora una volta senza risparmiare i civili. Anche per questo da Washington il presidente Trump mostra crescenti segni di impazienza.

La guerra che secondo le promesse elettorali avrebbe dovuto chiudere in quarantott‘ore, dopo oltre cento giorni di presidenza non è neanche ai preliminari negoziali. «Se non fosse per me – ha dichiarato il tycoon a proposito di Putin – penso che vorrebbe prendersi l’intero Paese». Ed è la prima volta che il capo dell’amministrazione americana riconosce quali erano i veri obiettivi di Mosca. «Quando Biden è stato coinvolto – ha aggiunto –, non dirò se l’ha gestita bene o meno, ma ovviamente non è andata bene, perché è iniziata la guerra».

Fino ad ora Washington non è riuscita neanche a ottenere l’accordo sulle terre rare. La firma potrebbe arrivare oggi, secondo fonti della Casa Bianca, ma Kiev temporeggia. Le leggi interne, infatti, richiedono il via libera del Parlamento. Fonti di Kiev spiegano che gli americani – secondo due funzionari ucraini – vogliono che Kiev vorrebbero concludere l’intesa quadro e il contratto dettagliato sullo sfruttamento delle risorse minerarie. L’Ucraina potrebbe fare maggiori concessioni, ma in cambio vorrebbe garanzie per la propria sicurezza che Washington al momento fatica a fornire, volendo tenere aperta la porta a Putin.

Le relazioni con Mosca, intanto, possono compromettere i legami con l’Europa. È il caso della Serbia: il presidente Vucic si recherà alla parata del 9 maggio sulla Piazza Rossa. Bruxelles fa sapere che questa scelta comprometterebbe il cammino di adesione all’Ue. Proprio Aleksandar Vucic ieri è giunto oggi negli Stati Uniti dove conta di incontrare il presidente Donald Trump, da cui spera di ottenere una copertura politica che possa consentirgli di restare fedele a Mosca e non strappare con la comunità occidentale.

Tensioni acuite dal macabro messaggio arrivato via Mosca: il corpo della giornalista ucraina Viktoriia Roshchyna, sequestrata e seviziata per mesi fino alla morte, è stato restituito con addosso i segni delle torture e l’asportazione di cervello, occhi e laringe. Secondo molti reporter ucraini una scelta intenzionale: i giornalisti non devono pensare, osservare, riferire. «La Russia – ha detto la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper – non perde occasione per mostrare la sua spregevole brutalità nei confronti degli ucraini uccidendo e torturando». Semmai «questo dimostra chiaramente – ha aggiunto – che l’occupazione russa non è un’opzione sicura per gli ucraini».

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