lunedì 21 giugno 2021
Un ulivo, piantato nella base Unifil di Shama, come simbolo di speranza dopo il lock down. Il contingente Onu, affermano i rappresentanti delle comunità religiose, garanzia di stabilità e sicurezza
I leader religiosi del Sud Libano piantano un albero di ulivo nella base di Shama

I leader religiosi del Sud Libano piantano un albero di ulivo nella base di Shama

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Caschi blu italiani in prima linea in Libano per costruire la pace e legami di fratellanza attraverso la preghiera interreligiosa. Il simbolo è un ulivo, piantato sabato scorso nella base “Millevoi” di Shama, sede dei Caschi Blu appartenenti al contingente italiano in Libano. Su invito del generale di brigata Davide Scalabrin i rappresentanti delle principali confessioni religiose del sud del Libano, nell'area di responsabilità italiana, si sono incontrati per il primo momento di preghiera comune dopo la pandemia da Covid-19 ed i lockdown che ha interessato il Paese afflitto da una devastante crisi economica. Una iniziativa che, per sua natura, rimanda all'enciclica Fratelli tutti e al Documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi ed è una sorta di premessa all'incontro in programma il primo luglio in Vaticano tra papa Francesco e i rappresentanti delle comunità cristiane del Libano.

L'incontro di preghiera, organizzato dal comando italiano di Unifil, il contingente Onu di stanza in Libano, aveva per tema “La fede: conforto e speranza per il genere umano provato nel corpo e nello spirito dalla recente pandemia e dall’attuale crisi economica”. Alla base di Shama, sabato scorso, erano presenti il nunzio apostolico in Libano, monsignor Joseph Spiteri, l’arcivescovo greco melchita di Sidone e Tiro Bechara Haddad, l’arcivescovo metropolita greco ortodosso di Tiro, Sidone e Marjiyoun Elias Kfouri, il mufti sciita Hassan Abdullah, il mufti sunnita Issam Kassab e, in rappresentanza dell’arcivescovo maronita di Tiro Charbell Abdallah, padre Tony Elias.

L'incontro, fa sapere il comando di Unifil sector West, è avvenuto "in un clima sereno e cordiale" in cui si sono sottolineati gli "elementi comuni che costituiscono i pilastri della pace e dell’armonia tra le varie comunità" mentre tutti "hanno convenuto sull’importanza del dialogo e della convivenza pacifica tra i diversi culti". Le autorità religiose presenti hanno espresso il loro apprezzamento e la loro gratitudine ai caschi blu italiani, per il loro contributo fornito al mantenimento della stabilità e della sicurezza nell’area del Sud del Libano, sempre agendo secondo i principi di imparzialità e dialogo con la popolazione libanese. Al termine, in un clima di speranza per il futuro, tutti i partecipanti hanno piantato un alberto di ulivo.

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