martedì 28 marzo 2023
Per la polizia non si tratta di terrorismo. L'aggressore, afghano padre di tre figli che ha perso la moglie in Grecia, avrebbe problemi psichiatrici. La comunità colpita pronta ad accogliere i minori
Lisbona, il centro islamico ismailita dove è avvenuta l'aggressione mortale

Lisbona, il centro islamico ismailita dove è avvenuta l'aggressione mortale - Reuter

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Un “attacco isolato per motivi personali” è l’ipotesi principale alla quale lavorano gli inquirenti, dopo l’attentato mosso alle 11 di questa mattina nel centro della comunità ismailita di Lisbona.

Armato di un grosso coltello l’aggressore, un uomo di 28 anni di nazionalità afghana e padre di tre figli, ha ucciso due donne e ferito in maniera grave un uomo, prima di essere colpito a una gamba dai proiettili della polizia e arrestato.

Le vittime sono due donne di 49 e 24 anni, rispettivamente Farana Sadrudin e Mariana Jadaugy, la prima responsabile del processo di integrazione dei rifugiati in Portogallo, insegnante di inglese dell’aggressore, la seconda una collega che lavorava alle stesse classi, secondo quanto riferito dalla Cnn.

Un altro professore del centro è stato accoltellato al collo e al torace, ed è ricoverato in gravi condizioni in ospedale. L’attaccante è stato sottoposto a intervento chirurgico nell’ospedale di Säo José, dove è in stato di fermo guardato a vista dagli agenti. Secondo testimonianze raccolte dalla catena tv Sic, l’aggressore ha frequentato il centro di Lisbona, dove ha imparato il portoghese, e soffrirebbe di disturbi mentali.

Una volta identificato, si è saputo che l'aggressore è Abdul Beshir, ha 28 anni, è un rifugiato afgano, vedovo dopo aver perso la moglie in un campo profughi in Grecia, dov'era prima di arrivare poco più di un anno fa in Portogallo. Qui aveva chiesto asilo nel dicembre 2021.

Ubicato in un grosso complesso alla periferia della capitale lusitana, il centro in cui è avvenuta la tragedia è la sede mondiale degli ismailiti, la corrente minoritaria dell’Islam sciita, il cui leader è il principe Karin Aga Khan. In Portogallo conta circa 10mila affiliati ed è molto attivo nell’accoglienza dei profughi.

“Non sappiamo i motivi che lo hanno spinto a compiere questo attacco”, ha affermato ai microfoni della Cnn Omed Taeri, dell’Associazione della comunità afgana in Portogallo. Ha rivelato che l’aggressore ha tre figli minorenni e aveva contattato l’associazione perché preoccupato di non avere un posto dove lasciarli nel caso avesse trovato lavoro. Secondo Taeri, l’uomo avrebbe perso la moglie in Grecia e soffrirebbe da allora di problemi psicologici. Secondo fonti citate dalla Cnn, il Centro ismailita si sarebbe detto disponibile ad accogliere i suoi tre figli minori.

“E’ prematura ogni interpretazione sulle motivazioni di questo gesto criminale”, ha segnalato in Twitter il primo ministro portoghese Antonio Costa. In un comunicato, il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa ha espresso le condoglianze e la vicinanza alle famiglie delle vittime, evidenziando che “i primi indizi indicano che si tratta di un atto isolato”.

Anche la Conferenza episcopale portoghese ha espresso “profonda costernazione” per l’attentato. In una nota sottolinea “l’importanza che assume il dialogo fra le diverse religioni nella costruzione della pace e del bene comune di una società”. E ha manifestato “la vicinanza orante e solidale” dei vescovi “alle famiglie in lutto e alla comunità ismailita”.

Dal ritorno al potere dei taliban in Afghanistan, nell’estate 2021, il Portogallo ha accolto un migliaio di rifugiati in fuga dalla repressione delle milizie musulmane. Anche se un quarto dei profughi ha poi proseguito verso altri paesi del centro e nord Europa, dove chiedere asilo o per ricongiungersi con familiari.




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