venerdì 20 settembre 2019
Secondo il sito The Intercept, il piano prevede incentivi per grandi lavori pubblici che attraggano popolazioni non indigene di altri regioni del Paese
L'iniziativa del presidente Bolsonaro per l'Amazzonia sarebbe stata presentata in una serie di riunioni a porte chiuse

L'iniziativa del presidente Bolsonaro per l'Amazzonia sarebbe stata presentata in una serie di riunioni a porte chiuse

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Da mesi il governo di Jair Bolsonaro starebbe elaborando, in base a documenti confidenziali preparati dalle Forze Armate, un progetto per lo sviluppo dell'Amazzonia che prevede la costruzione di una centrale idroelettrica, l'estensione dei collegamenti autostradali e uno spostamento di popolazione verso la regione. A riferirlo è il sito The Intercept del giornalista statunitense Glenn Greenwald, che ha avuto accesso a registrazioni di riunioni ufficiali nelle quali si è discusso l'iniziativa.

Il progetto, scrive The Intercept, battezzato Barone di Rio Branco, è stato preparato dalla segreteria per le questioni strategiche del governo, e "prevede incentivi per grandi lavori pubblici che attraggano popolazioni non indigene di altri regioni del Paese, perché si stabiliscano in Amazzonia e aumentino il contributo del Nord del Paese nel Pil nazionale". L'obiettivo di Bolsonaro è di opporsi a quello che percepisce come il pericolo di una penetrazione cinese e all'influenza della Chiesa cattolica e degli ambientalisti.

L'iniziativa sarebbe stata presentata, in una serie di riunioni a porte chiuse, da un colonnello in pensione, Raimundo Cesar Calderaro. Durante una di queste riunioni, lo scorso 25 aprile a Belem, capitale dello Stato di Parà - di cui il sito news ha ottenuto una registrazione audio - un ufficiale militare ha sottolineato che la Cina promuove migrazioni massicce verso regioni di frontiera che considera strategiche, osservando che "sul confine con la Siberia oggi ci sono più cinesi che cosacchi, e la Russia sta cominciando a capire che esiste un problema di sicurezza molto serio" per concludere che "dobbiamo agire per evitare che lo stesso problema arrivi qui".

Secondo i responsabili del governo, le cosiddette popolazioni tradizionali - cioè le comunità indigene e i "quilombolos" dei discendenti degli schiavi africani - rappresentano un ostacolo per la presenza dello Stato in Amazzonia e lo sviluppo della regione, giacché hanno prodotto paradigmi ideologici come "l'indigenismo, il quilombolismo e l'ambientalismo", al quale si oppone ora il "il liberalismo conservatore" dell'amministrazione Bolsonaro che "porta una nuova speranza per la nostra patria".

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