sabato 7 agosto 2021
Pellegrini e ammalati cominciano a tornare. I «treni bianchi» per ora sono fermi, ma ci sono aerei e bus. «Dopo un anno e mezzo di pandemia è come uscire da un sepolcro»
Un pellegrinaggio a Lourdes della Diocesi di Milano con Unitalsi

Un pellegrinaggio a Lourdes della Diocesi di Milano con Unitalsi - Archivio

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Le statistiche sugli arrivi restano in forte flessione, ma Lourdes si raccoglie attorno all’essenzialità del proprio messaggio, trovando anche nuovi modi per parlare all’umanità intera provata dalla pandemia. Nel santuario mariano sui Pirenei, sarà un’altra estate all’insegna di un forte ridimensionamento della tradizionale missione d’accoglienza dei malati e degli altri pellegrini. I primi, secondo l’ultima stima attendibile, rappresenteranno solo il 10% rispetto al numero dei malati ospitati negli anni prima della crisi sanitaria. Più in generale, sono stati già annullati il 65% dei pellegrinaggi previsti a luglio e il 12% di quelli ad agosto. Così, il rettore del santuario, monsignor Olivier Ribadeau-Dumas, ha dichiarato che sarebbe già un bel segnale poter accogliere un milione di persone entro il prossimo mese d’ottobre. Si tratta di una situazione che ha messo in ginocchio pure tutte le persone che lavorano nelle strutture e nei servizi d’accoglienza, anche se Emmanuel Macron si è impegnato di persona nelle scorse settimane a prolungare gli aiuti, in occasione della prima visita al santuario da parte di un presidente della Quinta Repubblica.

Protocolli rafforzati, Green pass per le attività non religiose e mascherine

Intanto, a Lourdes prosegue il lavoro dell’Unitalsi, che già da giugno è tornata con Dame e barellieri alla Grotta di Massabielle, pure se in numeri decisamente ridotti rispetto al periodo pre-pandemia. Il protocollo sanitario è stato rafforzato. Come previsto dalla legislazione locale, il Green pass (per ora) non è necessario per accedere al comprensorio del Santuario né ai luoghi di culto quando si svolge un’attività che presenta carattere religioso. Ma serve in altre zone, come i punti di ristorazione negli alloggi del Santuari, o per assistere al recital Bernadette de Lourdes, o per partecipare ad attività non religiose. Se poi il governo estenderà ulteriormente l’uso del “certificato”, il Santuario si adatterà immediatamente. La mascherina è obbligatoria negli spazi chiusi e nei punti di raccolta (come la Grotta) ed è fortemente consigliata anche all’esterno.

Ritrovare il gusto del cammino con gli altri. Per gli altri

Una speranza rinnovata accompagna pellegrini e ammalati al termine di un terribile anno e mezzo che ha tolto a molte persone uno dei pochi momenti di libertà e gioia a loro concessi. «Tornare a Lourdes serve per ridarci il gusto del cammino con gli altri – spiega il presidente nazionale Unitalsi, Antonio Diella –, il gusto di ritrovarsi, che non significa solo abbracciarci, ma anche stare fianco a fianco nel tentativo di costruire una comunità che sia attenta agli ultimi e sappia condividere la vita». Per molti ammalati che hanno vissuto un lungo periodo di isolamento, rimettersi in cammino verso un luogo in cui sanno di sentirsi al centro di un progetto divino ha rappresentato una rinascita. «È stato come tornare alla luce, uscire da una sorta di sepolcro – continua Diella – una grande gioia per tutti noi». Questo però non significa che l’Unitalsi non abbia pensato ai più fragili anche durante il lockdown. Lo sforzo dell’associazione è stato proprio quello di portare la Grotta nelle case dei suoi associati. D’altronde, come ricorda ancora il presidente, la stessa Bernadette ha trovato più volte Massabielle impraticabile durante la sua esperienza, ma questo non le ha impedito di vedere la Vergine. Con il santuario chiuso, i volontari hanno perciò provveduto a mantenere vivo il messaggio di Lourdes con le cure domiciliari, con l’assistenza per le prime necessità, con i collegamenti in streaming e con i pellegrinaggi virtuali.

Il (difficile) ritorno alla normalità

Ora le cose stanno tornando pian piano alla normalità, ma le difficoltà non mancano. Per adesso i treni bianchi, simbolo distintivo degli unitalsiani, non sono ancora ripartiti, e al momento il santuario ai piedi dei Pirenei si può raggiungere solo in pullman o in aereo. Il primo volo è decollato da Bari il 19 luglio scorso (preceduto da una partenza in pullman a giugno) e presto se ne aggiungeranno altri. Certo, l’esperienza sarà un po’ diversa dal solito: non sarà permesso il passaggio alla Grotta, sulle cui pareti i pellegrini di tutto il mondo poggiano le mani in segno di devozione. Né sarà possibile fare il bagno nelle piscine, uno dei segni più apprezzati e tradizionalmente il momento che accompagna molte delle guarigioni testimoniate negli anni. Ma non mancheranno la Via Crucis, la processione eucaristica e la suggestiva processione notturna aux flambeaux.

Un esempio di resilienza

Il contesto, insomma, è complicato. Ma questa è pure un’estate costellata da segni di speranza pronti a dispiegarsi. Si pensi alla storia di Gabriel e Anne Lefèvre, una coppia di sposi francesi abituati da decenni a nutrirsi spiritualmente alla fonte del Santuario mariano. Una forza interiore trasmessa ai 6 figli e ormai divenuta da qualche mese uno splendido esempio di resilienza per tutti i francesi. La famiglia Lefèvre, grandi e piccoli, ha appena vinto un concorso televisivo seguito da milioni di francesi (La Francia ha un incredibile talento, trasmesso dal canale M6), portando in prima serata anche degli splendidi canti religiosi. Gli stessi che, assieme ad altri, la famiglia ha voluto interpretare proprio a Lourdes in occasione del concerto serale che ha inaugurato la rassegna estiva «Le Notti di Lourdes», fortemente difesa da monsignor Ribadeau-Dumas.

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