lunedì 4 maggio 2020
40 Paesi partecipano alla raccolta fondi voluta dalla presidente della Commissione Ue von der Leyn per la ricerca, medicinali e trattamento contro il Covid-19. Assenti gli Usa e la Russia
La maratona globale: 7,4 miliardi per il vaccino. Dall'Italia 140 milioni

Ansa

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Obiettivo raggiunto: l’iniziativa Ue per la «Risposta globale al coronavirus», una «maratona» lanciata dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ha portato al reperimento di 7,4 miliardi di euro (l’obiettivo indicato era di 7,5 miliardi) per la ricerca sul vaccino, i medicinali e i trattamenti del Sars-Cov2. Una conferenza interamente virtuale, che questo pomeriggio ha visto la partecipazione di 40 Paesi, presenti anche Gran Bretagna, Canada, Arabia Saudita, Giappone, Cina, con la significativa assenza, però, degli Stati Uniti, anche per via dell’ostilità dichiarata del presidente Donald Trump contro l’Oms. Gli Usa, ha fatto sapere Washington, lavorano da soli per trovare un vaccino entro la fine dell’anno. Altro assente importante: la Russia.

​«Oggi – ha detto von der Leyen – il mondo ha mostrato una straordinaria unità per il bene comune: governi e organizzazioni sanitarie globali hanno unito le forze contro il coronavirus. Con tale impegno, siamo sulla buona strada per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di un vaccino per tutti». Un vaccino, ha sottolineato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che «deve essere trattato come un bene globale, accessibile a tutti». La stessa Commissione mette a disposizione 1,4 miliardi di euro, cui si aggiungono 762 milioni dal Giappone, 551 milioni dal Canada, 525 milioni della Germania, 500 della Francia, 441 del Regno Unito, 120 della Spagna. «Questa maratona – ha detto la cancelliera Angela Merkel – è un segnale di speranza, questa pandemia è una sfida che possiamo vincere insieme a livello mondiale se ci impegniamo tutti per sviluppare vaccini e trattamenti sanitari». Contro la Covid-19, dice anche il premier britannico Boris Johnson, «nessuno può vincere da solo la battaglia». Tra i donatori anche la pop star Madonna (un milione di euro).

L’Italia, ha annunciato il premier Giuseppe Conte, contribuirà con 140 milioni di euro: 10 milioni da destinare alla Cepi, la Coalition for epidemic prepardness innovations, 10 all’Oms e 120 all’alleanza per l’immunizzazione globale dal Covid, incassando il ringraziamento di Von der Leyen. «Di fronte a una minaccia globale senza precedenti – ha detto il premier – la comunità internazionale ha solo un’opzione efficace per sconfiggere il virus: la cooperazione». Conte ha ricordato che, «in quanto stakeholder internazionale responsabile, l’Italia è pronta a dare il suo sostegno in questo difficile viaggio. Insieme ce la faremo. Fin dall’inizio, l’Italia è un membro impegnato dell’Alleanza internazionale contro il coronavirus». Nel 2021 Roma avrà la presidenza di turno del G20, e, dice ancora Conte, «l’Italia vuole avere un ruolo speciale in questo sforzo», del resto è un «Paese che, purtroppo, ha accumulato molta esperienza nella lotta contro il virus ed ora è pronta a condividerla».

Sette miliardi e mezzo sembrano molti ma in realtà, avverte Von der Leyen, «è solo l’inizio. Dobbiamo sostenere lo sforzo ed essere pronti a contribuire di più». «Nei prossimi mesi – ha dichiarato anche il segretario generale dell’Oms Tedros Adhanom – avremo bisogno di molto più per coprire la domanda di attrezzature protettive, mediche, ossigeno e altre forniture essenziali».

L'appello di Oxfam: passo decisivo, ma l'accesso ai servizi sanitari è troppo diseguale

È cruciale che i governi mettano a disposizione di tutti in ogni parte del mondo i vaccini, le terapie e i test diagnostici indispensabili a sconfiggere la pandemia da coronavirus. Se non sarà così, la vita di decine di milioni di persone sarà messa a rischio. È l’appello lanciato da Oxfam in occasione della conferenza internazionale aperta dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Gli stanziamenti sono un primo passo positivo, ma non sono sufficienti a compensare l’enorme disuguaglianza di accesso ai servizi sanitari che attraversa il pianeta, che separa chi può curarsi, da chi non ne ha la possibilità - ha detto Sara Albiani, policy advisor di Oxfam Italia sulla salute globale – Serviranno molti più fondi pubblici per sostenere la produzione e un’equa distribuzione a livello globale di vaccini, terapie e test diagnostici. Così come per reclutare milioni di nuovi operatori sanitari, senza i quali i paesi più poveri non potranno affrontare la pandemia”. Uno scenario, potenzialmente devastante, di fronte a cui Oxfam chiede con forza ai leader di Governo - che interverranno all’assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in programma dal 17 al 21 maggio - garanzie stringenti, affinché i vaccini, le terapie e i test diagnostici che saranno sviluppati con fondi pubblici, siano privi di brevetti e quindi resi disponibili gratuitamente in tutti i Paesi (LA PETIZIONE).




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