venerdì 19 giugno 2020
Tutti gli studenti dovranno approfondire gli insegnamenti islamici. Protestano le minoranze religiose, cristiani e indù in testa. L’appello di padre Abid Habib al governatore per fare marcia indietro
A Lahore, la capitale del Punjab e seconda città pachistana per abitanti dopo Karachi viene imposto un lockdown parziale, nonostante nel Paese i contagi sino ormai superiori a 165mila

A Lahore, la capitale del Punjab e seconda città pachistana per abitanti dopo Karachi viene imposto un lockdown parziale, nonostante nel Paese i contagi sino ormai superiori a 165mila - Ansa

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S>i è trattato di una mossa a sorpresa e che preoccupa per le potenzialità discriminatorie. Il 14 giugno il governatore del Punjab, la più popolosa provincia del Pakistan e quella con la più elevata percentuale di minoranze religiose, ha reso obbligatorio nelle università lo studio del Corano tradotto nella lingua nazionale, l’urdu. La comunicazione di Chaudhry Mohammad Sarwar specifica che nessuno studente potrà avanzare negli studi se non rispetterà la frequenza, aggiunta a quella di Studi islamici, già obbligatoria per gli studenti musulmani.
«Abbiamo deciso di rendere obbligatorio lo studio del Corano in traduzione. Si tratta di una decisione unanime dei vicerettori di tutte le università della provincia», ha sottolineato Sarwar che per la sua carica è anche rettore di tutti gli atenei del Punjab. Il provvedimento non riguarderebbe i non musulmani, ma il rischio che venga esteso in modo arbitrario alle minoranze e l’incertezza delle alternative nei piani di studio suscita perplessità.
«Chiedo al governatore Chaudhry Sarwar, di rivedere questa decisione e di lavorare per un’istruzione inclusiva, realmente di valore, che promuova i diritti umani e possa essere proposta agli studenti di tutte religioni, nelle nostre istituzioni educative», ha commentato in un messaggio inviato all’agenzia "Fides" il frate cappuccino pachistano Abid Habib, esprimendo il proprio dissenso «verso questo provvedimento che ha generato ampia disapprovazione nelle comunità religiose minoritarie (soprattutto tra cristiani e indù), nonché in diverse organizzazioni e piattaforme della società civile pachistana e nel mondo accademico».
«Negli ultimi 72 anni, in numerose occasioni le politiche dei governi hanno portato benefici solo ai musulmani, mentre i non musulmani subiscono discriminazioni ovunque. I musulmani leggono il Corano fin dalla loro infanzia, non vedo perché si debbano costringere anche gli altri studenti a farlo.
Ciò di cui questa generazione ha davvero bisogno è l’educazione ai valori, alla dignità della persona, e questo approccio va iniziato dalle elementari», ha sottolineato ancora, padre Habib, già direttore della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza dei Superiori maggiori del Pakistan. Il timore che le crescenti difficoltà imposte dall’epidemia di Covid-19 possano incentivare iniziative discriminatorie verso le minoranze è reale. "AsiaNews" ha segnalato la manifestazione organizzata giovedì dal Partito cristiano nazionale davanti al Press Club di Karachi ha per chiedere la liberazione di 24 cristiani imprigionati per blasfemia e a rischio di contagio e la fine dei rapimenti e della conversione forzata di giovani donne delle minoranze.

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