giovedì 20 maggio 2021
La presidente della Camera Pelosi si è pronunciata contro le Olimpiadi invernali del 2022 per la repressione nello Xinjiang. La replica della Cina: «Bugie e disinformazione»
La Cina è nella bufera per le accuse di repressione nello Xinjiang

La Cina è nella bufera per le accuse di repressione nello Xinjiang - Ansa

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La nuova battaglia nello scontro fra Washington e Pechino sui diritti umani è partita dalla Camera Usa e va a toccare nel vivo un punto d’orgoglio per il partito comunista cinese: le Olimpiadi del prossimo anno. La presidente della Camera Usa Nancy Pelosi ha proposto un «boicottaggio diplomatico» dei giochi invernali di Pechino 2022 a causa delle ripetute violazioni dei diritti umani nel Paese.

«Non possiamo procedere come se tutto andasse bene», ha detto. Immediata la reazione della Cina, secondo la quale Pelosi starebbe mentendo. «Le osservazioni di alcuni individui statunitensi sono piene di bugie e di disinformazione», ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian. I politici statunitensi «dovrebbero smettere di usare il movimento olimpico per giochi politici spregevoli», ha aggiunto.
Vari gruppi per i diritti umani e una commissione dell’Onu hanno denunciato che più di un milione di uighuri e di altre minoranze musulmane nella regione dello Xinjiang sono stati detenuti nei campi negli ultimi anni, con i loro diritti al culto e alle libertà fortemente limitati dalle autorità cinesi. Lo stesso dipartimento di Stato Usa ha definito il trattamento degli uighuri un «genocidio» e un «crimine contro l’umanità», colpendo numerosi funzionari cinesi con divieti di viaggio. E la settimana scorsa il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha affermato che il governo della Repubblica popolare cinese è «tra i peggiori nemici della libertà religiosa» al mondo.
«Il fatto che i capi di Stato si rechino in Cina alla luce di un genocidio in corso solleva davvero la domanda – ha detto Pelosi in un’audizione congiunta della Commissione per i diritti umani e della Commissione esecutiva del Congresso sulla Cina –: “Quale autorità morale avranno per parlare dei diritti umani in qualsiasi parte del mondo?”». Pechino guarda ai giochi come un’opportunità per sfoggiare la sua potenza economica e diplomatica sulla scena globale. La Casa Bianca non ha esplicitamente dato il via libera ai giochi, ma è improbabile che un boicottaggio ottenga un ampio sostegno tra le nazioni occidentali. Il Comitato olimpico, da parte sua, ha invitato i partecipanti ad attenersi alla Carta olimpica. Gli Stati Uniti hanno guidato il boicottaggio delle Olimpiadi di Mosca del 1980 sull’invasione sovietica dell’Afghanistan, con il blocco sovietico che a sua volta ha snobbato per rappresaglia i giochi estivi di Los Angeles del 1984.
Intanto anche le Olimpiadi di quest’estate in Giappone restano nel mirino delle critiche. L’associazione dei medici giapponesi Tokyo Medical Practitioners Association ha infatti esortato il Comitato olimpico nazionale a cancellare l’evento, di fronte all’ascesa delle infezioni di coronavirus, alla lentezza della campagna vaccinale e all’opposizione crescente della popolazione. L’appello dei circa 6.000 dottori della capitale arriva a meno di dieci settimane dall’apertura delle Olimpiadi e segue l’analoga sollecitazione del sindacato nazionale dei medici giapponesi, la scorsa settimana, che ritiene l’organizzazione dell’evento «impossibile» mentre la nazione è attraversata dalla quarta ondata del virus.
Ma il presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach, ha liquidato l’appello, dichiarando che «il 75% circa degli atleti e degli ufficiali di gara sono già stati vaccinati o hanno confermato che lo saranno per i giochi». Quindi ha ringraziato il popolo giapponese per la sua tenacia e la capacità di resistere alle avversità. «Ci vediamo a Tokyo il 23 luglio», ha concluso il presidente Bach.
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