venerdì 17 dicembre 2021
È dall'ottobre 2017 colpiscono i distretti di Cabo Delgado, ricchi di ricchezze naturali, appoggiati dai Paesi arabi
Militari mozambicani

Militari mozambicani - Foto d'archivio Ansa

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La guerriglia ribelle di Capo Delgado, provincia dell’estremo nord del Mozambico, è tornata a colpire, provocando di nuovo orrore e paura nella popolazione locale. I sedicenti jihadisti, che da tempo sostengono di avere legami con il Daesh, hanno infatti decapito un pastore evangelico nel distretto di Macomia, secondo quanto riportato dal giornale locale Carta de Mocambique.

La moglie della vittima, residente del villaggio di Nova Zambézia, si è presentata mercoledì al comando della polizia distrettuale con una borsa che conteneva la testa di suo marito. La donna ha raccontato che gli assassini hanno fermato il pastore in un campo, lo hanno decapitato e hanno consegnato la testa alla vedova «ordinandole di informare le autorità».

È solo l’ultimo di una serie di attacchi simili che da ottobre 2017 colpiscono i distretti di Cabo Delgado, ricchi di risorse naturali. Gli scontri con le forze di sicurezza hanno causato 800mila sfollati e 3mila morti. Gli islamisti si sono recentemente spostati nella provincia di Niassa dopo l’offensiva congiunta delle forze mozambicane, ruandesi e dei Paesi vicini.

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