giovedì 3 giugno 2021
Rilasciato padre Joe Keke. Nell'assalto compiuto da un gruppo armato non identificato era stato ucciso un sacerdote
Un soldato dell'esercito nigeriano

Un soldato dell'esercito nigeriano - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Padre Joe Keke, rapito il 20 maggio in Nigeria da uomini armati, è stato rilasciato. Lo ha annunciato padre Chris Omotosho, direttore delle comunicazioni della diocesi di Sokoto, secondo quanto riferisce la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre che "ringrazia chi si è speso concretamente in questi giorni per la sua liberazione".

In quell'attacco era stato ucciso un altro sacerdote, don Alphonsus Yadhim Bello. L'assalto fu compiuto il 20 maggio da uomini armati non non identificati contro la parrocchia di St. Vincent Ferrer a Malunfashi, nello Stato di Katsina, nel nord della Nigeria.
Il direttore delle comunicazioni sociali nazionali del segretariato cattolico della Nigeria, padre Mike Umoh, nel confermare la notizia, aveva detto che i malviventi avevano deposto il corpo senza vita di don Alphonsus Bello nei terreni agricoli dietro la Scuola di formazione catechistica.

Padre Umoh allora aveva dichiarato: “La scorsa notte una delle parrocchie della diocesi di Sokoto, la chiesa cattolica di St. Vincent Ferrer di Malunfashi, nello Stato di Katsina, è stata attaccata da uomini armati non identificati. Due preti sono stati rapiti, don Joe Keke e Alphonsus Bello. Don Keke, l'ex parroco, ha circa 70 anni mentre don Bello, l'attuale parroco, ha trent'anni”. “Questa mattina (oggi 21 maggio) il corpo di don Alphonsus Bello è stato ritrovato senza vita nei terreni agricoli dietro la Scuola di formazione catechistica. Non sappiamo dove si trovi don Joe Keke. Finora non è stato stabilito alcun contatto con i rapitori".

Il sacerdote ucciso era stato ordinato tre anni fa, aveva reso noto la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre. "Nel giro di pochi giorni sono stati rapiti altri tre sacerdoti. E dietro loro ci sono comunità di fedeli. Basta violenza!", è l'appello di Acs.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: